L'ANALISI
29 Dicembre 2021 - 05:25
CREMONA - Quante volte ci è capitato di cercare qualcosa e trovare tutt’altro? Una compagna, un compagno, un lavoro, un oggetto. Agli scienziati succede spesso: progettano un esperimento e scoprono l’inatteso, che di solito si rivela assai importante. Questo affascinante fenomeno si chiama serendipità, dal nome della mitica Serendippo da cui, secondo una favola persiana, tre principi partirono all’esplorazione del mondo.
Telmo Pievani, filosofo evoluzionista, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’Università di Padova, ne esplora i più segreti, spesso curiosi, sempre affascinanti, anfratti nel libro «Serendipità l’inatteso della scienza», nel quale fonde scienza, storia, filosofia, chimica, sociologia e anche un pochino di pop. E li racconta nella videorubrica «Tre minuti un libro» curata da Paolo Gualandris.
Spiega Pievani: «Questo è un lavoro che ho fatto proprio perché da un lato serendipità è uno dei quei concetti che quando diventano pop smetti di ricordarti che cosa vuole dire per davvero e poi anche perché quando si parla di serendipità nella scienza molto spesso la si lega ai soliti aneddoti: la penicillina, i raggi X... In realtà se vai a guardarci dentro è un concetto molto più profondo e interessante che, soprattutto, dice qualcosa di rilevante sul metodo scientifico e in generale su come noi possiamo fare ricerca senza ripercorrere sempre le stesse strade». Serpendipità non è solo un concetto astratto, ma può riguardare la vita quotidiana.
«Anche i vaccini contro il Covid che stiamo usando adesso non sarebbero stati possibili senza scoperte causali, quindi serendipiche, sull’mrna fatte decine di anni fa. Un’idea uscita negli anni Ottanta, Però siccome la scienza a volte è conservatrice e non esplora strade nuove, ci è voluto un sacco di tempo prima di fare passare questa idea. Li usavano contro i tumori e contro altre malattie, quando è arrivato il Covid e a qualcuno è venuto in mente di provare a impiegare questi vaccini contro il Covid e hanno funzionato. Quindi diciamo ai no-vax: altro che vaccini sperimentali, l’idea c’era da tanto tempo».
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