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‘Barber Shop’ è l’ultimo cd dell ’88enne chitarrista

Franco Cerri, mito che incarna la storia del jazz italiano

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

23 Maggio 2014 - 16:48

Franco Cerri, mito che incarna la storia del jazz italiano

Quello di Franco Cerri è un nome che incarna gran parte della storia del jazz italiano. L’ottantottenne chitarrista milanese, veterano di infinite battaglie musicali, ha realizzato il nuovo album dal titolo Barber Shop (etichetta Abeat Records , distribuzione IRD) in compagnia di alcuni giganti del panorama jazzistico italiano e internazionale: Dado Moroni al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria. Un disco in cui ogni singola nota sembra avere un peso specifico davvero speciale, dove si condensa tutta una vita dedicata alla musica. Un background fatto di incontri, collaborazioni ed esperienze, che in qualche modo si riversa in ogni singolo fraseggio, composto a volte da note apparentemente flebili che descrivono unicità di linguaggio, carisma, e swing. Senz’altro, in un ipotetico gotha di artisti italiani che hanno dato lustro e fama alla musica jazz made in Italy, troveremmo al vertice proprio Franco Cerri. Come non ricordare anche il suo ruolo di divulgatore e opinion leader, fondamentale per l’arte e la musica in Italia. Già negli anni ’70, Cerri condusse una serie di storiche trasmissioni televisive all’interno del palinsesto Rai, attraverso le quali artisti come Gorni Kramer, Gianni Basso, Oscar Valdambrini, ma anche Barnie Kessel, Chet Baker, Gerry Mulligan, Billie Holiday, Stéphane Grappelli, Lee Konitz, Dizzy Gillespie sono letteralmente «entrati nelle case delle gente» diffondendone il verbo. Oppure il suo metodo chitarristico scritto con Paolo Gangi che ha permesso a molte generazione di approcciare lo studio della chitarra in maniera semplice ed allo stesso tempo efficace e profondo. Cerri è uno dei pochi musicisti jazz italiani con una voce inserita nell'Enciclopedia Treccani. Dado Moroni, oggi musicista italiano tra i più noti al grande pubblico nel mondo intero, fu scoperto, tra gli altri anche da Franco Cerri, che in qualche modo ne divenne mentore: Cerri infatti, resosi immediatamente conto del talento prodigioso, lo pose all’attenzione del pubblico curandone una pubblicazione discografica intitolata proprio Franco Cerri introduces Dado Moroni, quando quest’ultimo era ancora praticamente un giovane adolescente, un vero “enfant prodige”, e in compagnia di quella che all’e- poca era una delle ritmiche più gettonate d’Europa con Tullio De Piscopo e Julius Farmer. Oggi un bizzarro e commovente destino, ha fatto si che come in un immaginario gioco delle parti che si rovesciano, tre pesi massimi contemporanei si siano messi a disposizione, con spirito anche di generosa stima e riconoscenza, scolpendo un magistrale e inimitabile sostegno armonico e ritmico dedicato al ‘maestro dei maestri’, Franco Cerri. Il risultato è un’operazione discografica e artistica che probabilmente non ha precedenti in Italia, che trasuda amore per la musica e pulsante di umanità. Un affascinante viaggio musicale fra melodie che non conoscono l’incedere del tempo e non temono il susseguirsi delle mode.

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