L'ANALISI
04 Settembre 2024 - 05:30
CREMONA - «Salvatelo!». È l’ultimo disperato appello di una donna prigioniera in manicomio da una vita. Lo lancia agli uomini che hanno tentato di liberarla e l’oggetto della sua angoscia è il figlio, amatissimo, che le hanno portato via. Lei non è una donna qualunque, ma Ida Dalser, moglie segreta di Benito Mussolini e madre del loro figlio, Benito Albino, primo maschio del futuro Duce e dunque suo legittimo erede. Ma Mussolini nel frattempo si è sposato ufficialmente con Rachele, che gli ha dato anche un altro maschio, l’erede ‘vero’.
Quindi Ida, da amante adorata alla quale scriveva ‘Ti ho nel sangue, mi hai nel sangue’, diventa il suo grande problema, potenzialmente devastante per la carriera presente e futura. Un guaio da eliminare. Dell’esistenza del figlio segreto del Duce si sapeva, «si tratta di una storia incredibile, ma rimossa dalla memoria collettiva perché, come altre, non narrata nel modo giusto». Fabiano Massimi con ‘Le Furie di Venezia’, prova a farlo. «L’ho scritto per dare giustizia a madre figlio». In fondo è proprio questa la ‘missione’ che si è assegnato: prendere casi oscuri e trasformarli in romanzi gialli, che sono al contempo anche storici per la puntuale ricostruzione di fatti e personaggi.
Ne ‘L’angelo di Monaco’ racconta la vicenda di Geli Raubal, nipote di Hitler morta in maniera misteriosa e poi dimenticata, mentre ne ‘I demoni di Berlino’, ripercorre ciò che accadde nel Reichstag, il parlamento tedesco la notte in cui bruciò fino alle fondamenta consegnando il potere i pieni poteri a Hitler. «Due misteri che non erano mai stati indagati a fondo e io usando le fonti sono andato a cercare. Sembra che più lo fai e più ti vengano a cercare, i misteri storici. Così è avvenuto per la storia di Ida Dalser e del figlio». Massimi parla del suo nuovo romanzo con Paolo Gualandris nella videointervista ‘Tre minuti un libro’.
Siamo ancora nei terribili anni del periodo nazifascista. Il 15 giugno 1934 Mussolini e Hitler si incontrano per la prima volta in una piazza San Marco gremita di camicie nere, dispiegate dal Duce per impressionare il futuro alleato. Tra la folla, anche i due investigatori eroi ideati da Massimi, l’ex commissario di polizia Sigfried Sauer e il suo collega Mutti, che hanno raggiunto Venezia per unirsi alla resistenza antifascista e assestare un colpo alla macchina diplomatica in azione. La speranza è di creare un incidente che impedisca l’alleanza tra Italia e Germania, vista come un viatico verso una nuova guerra. Mentre cercano di individuare l’anello debole della delegazione tedesca, Sauer e Mutti incappano però in un mistero di ben altra portata: nella notte, in gran segreto, Mussolini lascia da solo il palazzo in cui è ospitato e si inoltra in motoscafo nella Laguna.
I due investigatori riescono a seguirlo fino al largo di San Clemente, dove lo vedono attraccare a un pontile e poi entrare nell’edificio principale. Un’ora più tardi, torna al motoscafo e riattraversa la laguna, visibilmente scosso. Sauer e Mutti decidono di indagare sugli eventi di quella notte e scoprono voci riguardanti una donna misteriosa di nome Ida Dalser ospitata nel manicomio dell’isola che sostiene di essere nientemeno che la prima moglie, unica legittima, di Mussolini. La madre del suo erede vero, nato nel 1925. Da lì tenteranno l’impossibile per riuscire a salvarli entrambi. Perché loro, gli investigatori antifascisti, sono come le Furie della mitologia romana (i greci le chiamavano Erinni) «se incontrano un torto, una grande ingiustizia, decidono di vendicarla e non si fermano davanti a nulla».
Intrighi e tradimenti costellano la loro strada e il racconto procede sui binari del thriller capace di fare perdere il sonno al lettore. Ida è stata donna di successo, che però si è completamente annullata nel suo Benito. «Questo è il mistero della passione, che diventa ossessione addirittura - spiega Massimi -. Lui la amava sinceramente all’inizio. Lo dimostrano l’intensità delle lettere e il fatto che la sposò segretamente , che riconobbe loro figlio. Fece sempre tutto quello che poteva per proteggere il segreto. Ma lei non accettava di essere scartata in favore di donna Rachele, sapeva di essere stata e voleva continuare a essere la più amata, per usare le sue parole, e addirittura sognava l’impossibile, che Mussolini ripudiasse Rachele e tornasse da lei. Questo miraggio la portò alla perdizione».
Non seppe fermarsi e lui per renderla innocua arrivò a estremi incredibilmente violenti dimenticando che Ida aveva disfatto un patrimonio costruito con grande sagace e intelligenza imprenditoriale per finanziarlo e proteggerlo nei momenti peggiori quando era direttore dell’Avanti! e del Popolo d’Italia, fondato proprio grazie ai soldi di lei. Nata povera, ma con una capacità incredibile di farsi amare, riuscì a crearsi un grande capitale. Era famosa, aveva tutto, ma cadde nella tela dell’amore appassionatissimo di Mussolini e per lui si annullò. Pagando con la vita questa scelta del cuore.
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