L'ANALISI
12 Luglio 2023 - 05:25
CREMONA - «Ho cercato di cogliere tutte donne in momenti di crescita interiore, personaggi diversissime che però hanno questo aspetto in comune». Donne dai più improbabili nomi inglesi, di ogni età e censo, alle prese con problemi esistenziali e grandi decisioni da prendere quelle di Caterina Lucariello, 24enne, esordiente in libreria con ‘Sentieri di donne, ritratti interiori in evoluzione’. Ama osservare «le donne che incontro in famiglia, per lavoro, o casualmente. Come ad esempio l’estetista cinese protagonista di un racconto, alla ricerca di libertà e riscatto» e ne fa soggetti del suo narrare. Le storie sono 18 e alla fine di ognuna si trova un approfondimento psicologico, a cura di Rosalba Torretta, zia dell’autrice, psicoterapeuta psicoanalista cremasca. Infine ogni ciclo di racconti viene ‘chiuso’ da un test di autoanalisi sulla consapevolezza dei valori che vengono espressi nella narrazione. Parla del suo libro con Paolo Gualandris nella videointervista in rete da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.
Le donne hanno un istinto atavico che le porta in alcuni momenti dell’esistenza a mettere l’anima allo specchio e a scandagliarla minuziosamente. In questo libro differenti figure femminili aprono il loro mondo al di là del tempo e dello spazio, offrendo specchi utili a chiunque voglia guardarsi dentro, alla ricerca di una svolta. «Ho indagato il tema della morte, della malattia e della società in senso più ampio, quello dei legami tra le persone e quindi dell’importanza dell’altro nella nostra crescita personale. Io credo che questo sia fondamentale perché a volte basta un incontro con una persona per capire cose di noi che non avevamo assolutamente afferrato. Nei racconti si parla di temi legati al lavoro, dello sfruttamento, del cambio generazionale, di un lavoro più legato alla fabbrica, all’uomo e alla manualità, per arrivare invece a un aumento della tecnologia diciamo esponenziale che a volte mette anche a rischio tantissimi lavoratori».
Infine ci sono questioni più sociali, come la giustizia, trattata in diversi racconti, delle dipendenze. «Ho cercato di partire dai temi a me cari e di ricrearli nei dettagli magari nelle persone. Per cui se volevo rappresentare una persona scorbutica ho cercato di ricreare delle espressioni un po’ chiuse, una bocca corrucciata. In altri casi invece ho cercato di cogliere figure intorno a me che mi ispirassero accoglienza quando volevo parlare di tematiche più distese. Per cui mi sono fatta ispirare dai tratti esteriori per arrivare poi ai temi al centro del racconto». Almeno uno di questi aspetti appartiene anche all’esistenza del singolo lettore, che quindi viene chiamato alla riflessione. Come detto, a ogni racconto segue una una riflessione sui valori espressi: «Volevo dare comunque uno scopo di utilità al libro. Penso che possa essere molto utile per chi legge non solo ritrovare un tema familiare in un racconto, ma anche avere qualche consiglio più tecnico».
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