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MONTICELLI D'ONGINA

San Martino conquista tutto il paese

Spettacolare rievocazione con tanta gente coinvolta, canti, costumi. E cuccagna

Elisa Calamari

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09 Novembre 2025 - 18:24

MONTICELLI - Foulard e cappelli di paglia in testa, tabarri e scialli calcati sulle spalle, gonne lunghe e pantaloni da lavoro: il San Martino di Monticelli, oggi, ha trasformato anche i look della maggior parte degli abitanti. Perché la festa, organizzata magistralmente dal gruppo ‘Cui dal San Marten’, è ogni anno un successo grazie e soprattutto alla partecipazione corale: grandi e piccini che da venerdì sera hanno fatto un salto indietro nel tempo facendo rivivere le atmosfere di una volta.

Sabato è andata in scena la sfida delle cascine, con le rotoballe di fieno spinte in via Martiri, e quella di oggi è stata la giornata clou: carri dei traslochi in sfilata, cavalli e carrozze, asta contadina, mestieri rappresentati negli angoli di via Martiri e sotto ai portici, giochi popolari. E poi i canti intonati a squarciagola – per lo più romagnoli – con i volti sorridenti dei bambini. Di fronte alla chiesa (nuova location) c’è stato anche il ritorno della sfida per eccellenza: quella al palo della cuccagna.

A vincere stavolta è stato il gruppo I giovani acrobati della provincia di Bergamo, che ha avuto la meglio sui gruppi Tori di Caselle Landi, Ruba galline della Val Chero e Uccelloni di Vigolzone. Alle osterie allestite in vari punti del paese anche i piatti sono stati quelli tipici di un tempo: dalla trippa al panino con la mariola, passando per i marubén, i verzolini, i pisarei.

E chi non ha avuto gli occhi lucidi vedendo, fra i dolci, il lingotto bicolore di cioccolato che ci tagliavano i nonni? Monticelli e la sua gente hanno regalato ancora una volta emozioni e ricordi, oppure hanno fatto scoprire ai più piccoli come si viveva un tempo. Quando c’era poco, ma quel poco bastava a portare allegria.

I traslochi di San Martino rappresentavano la fine del lavoro nei campi da parte dei braccianti, spesso momenti drammatici all’insegna della povertà e della necessità di spostarsi altrove, ma la rievocazione proposta dal borgo pallavicino, da ormai 27 anni, insegna che ci sono sempre ragioni per sorridere e sperare in un domani migliore. Soprattutto quando si hanno amici e famiglia con i quali condividere un piatto caldo e un bicchiere di vino. Una semplicità che è il primo ingrediente di successo della manifestazione.

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