L'ANALISI
23 Maggio 2014 - 17:50
La storia segreta della rivoluzione
di Hilary Mantel
traduzione di G. Oneto
pagine 320, € 17,50, Fazi
I fatti realmente accaduti come punto di partenza e la libertà narrativa di intrecciare storie e guardare il privato: è entro questi confini che si muove Hilary Mantel, autrice britannica di ro- manzi storici di grande successo nota anche in Italia per la saga dedicata ai Tudor. Con un’indicazione specificata nella prefazione: «qualsiasi cosa sembri molto inverosimile probabilmente è vera». La storia segreta della rivoluzione appena edita da Fazi (in singolare concomitanza con il romanzo sullo stesso argomento di Wu Ming) è la prima delle tre parti in cui è stata divisa l’opera originale. La rivoluzione dell’89 parte da molto prima, parte dalle infanzie di provincia di Robespierre, di Danton, di Desmoulins. Sogni, ambizioni e frustrazioni accomunano i tre ra- gazzi, connotati da uno spirito ribelle e da una certa insofferenza all’ordine costituito. Resi simili da infanzie complicate, da famiglie anaffettive, dal doversi muovere entro i limiti angusti del loro status sociale in un mondo che ancora viveva del riflesso della corte di Versailles. Ed è a Parigi, nel confronto con una città formicolante di miseria, popolino, borghesi rampanti, aristocratici inquieti che i tre matureranno quello spirito combattivo che li porterà a ‘fare’ la Rivoluzione prima, e poi a rimanerne vittime. Più che gli avvenimenti — molto rimane sullo sfondo — per Mantel contano i gesti dei singoli e le parole e il loro precipitare verso il punto di non ritorno. Il confine tra pubblico e privato si fa via via più labile, mentre di Parigi l’autrice tratteggia un affresco vivido e disperato. La città è formicolante di spie e di tagliagole, di miserabili arrivati da una campagna che ormai nessuno coltiva più. Anche la natura sembra ribellarsi al naturale procedere delle cose: acquazzoni torrenziali o grandinate improvvise portano con loro foschi presagi. Luigi XVI e il suo entourage restano inconsapevoli fino all’ultimo, aggrappati ai privilegi dell’Ancien Régime che la Francia stremata da carestie e disoccupazione non può più permettersi. L’ansia di cambiamento muove dunque Camille, Maximilien e Georges Jacques, che si ritroveranno a capo di una rivoluzione che cambierà i destini non solo della Francia ma del mondo intero. Al centro del vortice, sembrano faticare a capire la portata degli eventi che hanno mosso, quasi inconsapevoli di aver riscritto la storia.
Barbara Caffi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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