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''Pittura devozionale del Quattrocento'' Fino al 13 luglio

Torna, dopo il restauro, la Pietà di Bellini alla Pinacoteca di Brera a Milano

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

14 Aprile 2014 - 15:19

Torna, dopo il restauro, la Pietà di Bellini alla Pinacoteca di Brera a Milano

''La nascita della pittura devozionale umanistica''
Pinacoteca di Brera
Via Brera 28 – Milano
Dal 9 aprile al 13 luglio
accesso disabili da via Fiori Oscuri 2
Tel.: 02 92800361
Biglietti
Intero: € 10,00
Ridotto: € 8,00
Ridotto scuole: € 4,00
Mostra + Pinacoteca: € 12,00
Biglietto famiglia: € 12,00
(1 adulto + 1 ragazzo di età compresa tra i 13 e i 18 anni)

Il restauro della celebre Pietà di Giovanni Bellini, appartenente alla Pinacoteca di Brera, è l’occasione per ripercorrere la prima carriera del pittore veneziano, grande protagonista dell’arte rinascimentale italiana, attraverso il particolare angolo di visuale offerto dal suo modo di affrontare il tema del Cristo in pietà, che ricorre con frequenza nella produzione dell’artista e della sua efficientissima bottega. Fulcro della mostra è il celebre capolavoro braidense, accanto al quale viene posta, per la prima volta, l’intensissima, grande versione del soggetto di Palazzo Ducale a Venezia. Intorno a questo nucleo centrale sono esposte altre ventiquattro opere selezionate accuratamente, tra cui la Madonna del magistrato da Mar, che fonde in un unico dipinto il tema della Madonna e quello della Pietà, la Pietà del Museo Civico di Rimini e quella già alla sommità della Pala di Pesaro, ora conservata nei Musei Vaticani. Oltre alle opere di Giovanni Bellini, tra cui la lunetta con la Pietà di uno dei trittici di Santa Maria della Carità a Venezia (Gallerie dell’Accademia), la Pietà dell’Accademia Carrara di Bergamo e la Pietà del Museo Correr di Venezia, la mostra presenta la Pietà marmorea della chiesa di San Gaetano a Padova, attribuita all'ambito di Donatello, e quella di Andrea Mantegna dalla cimasa del polittico padovano di San Luca (Pinacoteca di Brera). Dalla National Gallery di Londra arrivano due altre versioni del soggetto, che dobbiamo a Marco Zoppo e Giorgio Schiavone. Fil rouge delle opere in mostra è il legame dell'artista con gli ambienti umanistici veneziani, attraverso i quali egli conobbe e sviluppò gradualmente la sua propensione per la rappresentazione degli affetti, della natura, del sentimento, della devozione e della commozione. Con “pittura devozionale” si indica una immagine il cui scopo principale non è illustrare un episodio sacro, ma favorire la contemplazione e il raccoglimento dell’osservatore. Appartiene a una tradizione antica, soprattutto orientale, testimoniata da esemplari veneratissimi, dove vediamo il Cristo solo, morto ma ritto nel sepolcro; una tradizione, questa, ampiamente diffusa anche a Venezia.
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