Rompicapo degno dei maestri del genere, l’esordio di Massimo Galluppi è un noir appassionante ambientato nel mondo accademico, tra i giorni nostri e le lotte studentesche degli anni Settanta, tra Italia, Francia e Cina. Quando il 16 aprile 2012 Bruno Canalis, sinologo di fama internazionale, viene assassinato all’Istituto Superiore di Studi Orientali di Napoli, il capo della omicidi, Raul Marcobi, dirige le sue indagini nelle direzioni più classiche: ipotesi passionale, odi e rancori del mondo accademico, conflitti politici (Canalis è esponente del Pd). Pur iniziandosi a configurare un movente passionale (a causa di una relazione del professore con una sua studentessa), Marcobi presto si rende conto che per risolvere davvero il caso occorre tornare indietro, agli anni di piombo, e al Cerchio Rosso, gruppo maoista nato e attivo all’Isso tra il ’74 e il ’76. Questa ricerca fa imbattere Marcobi in un altro delitto irrisolto di quegli anni, attribuito a giovani dell’estrema destra mai identificati. Tra le memorie, gli alibi e i possibili moventi dei personaggi più disparati (accademici, uomini politici, giovani innamorati, compagni di lotta, eminenze grigie dell’ultrasinistra degli anni Settanta), e i tormenti personali per un passato a cui non sa rinunciare, Marcobi ingaggerà un corpo a corpo con la ricerca ossessiva di verità sepolte dal tempo.