Scrivere un racconto sulla
paternità è come scriverne
uno sulla vecchiaia: puoi
immaginartela anche a vent’an -
ni, ma non ti scricchiolano le ossa.
Ecco perché gli otto scrittori
che hanno raccolto la scommessa
lanciata da questo libro sono
rigorosamentepadri. Cosa accade
quando la bugia di un padre,
proprio lui che dovrebbe dare il
buon esempio, viene smascherata
davanti ai figli? E cosa si prova
nello scoprire che la faccia
del nemico può essere quella di
chi hai generato? E poi: ma un
padre deve per forza volere che
il suo bambino sia il piú bravo di
tutti? Magari con tuo figlio riesci
a parlare solo con brevi comunicazioni
di servizio appiccicate
sul frigorifero, cercando di tenere
a bada l’ansia e far passare fra
le righe prima di tutto l’a f f e tt o .
Di fronte ai figli solo immaginati
non c’è bisogno di ricalibrare costantemente
le proprie aspettative,
o di reinventarsi ogni giorno.
Nella vita, invece, per parare
i colpi sferrati da chi ha il tuo
stesso corredo genetico non basta
sentirsi «l’ultimo uomo sveglio
in una terra in catalessi» e
passeggiare di notte in corridoio
tenendoin braccio un fagotto inquieto.
Né basta fare il tifo insieme
agli altri genitori durante la
gara di nuoto. Prima o poi arriverà
il momento in cui il confronto
sarà inevitabile, costringendoti
a scoprire ciò che in fondo hai
sempre temuto: un figlio ti è alleato
e rivale in parti uguali.
Scrivere un racconto sulla paternità è come scriverne uno sulla vecchiaia: puoi immaginartela anche a vent’anni, ma non ti scricchiolano le ossa. Ecco perché gli otto scrittori che hanno raccolto la scommessa lanciata da questo libro sono rigorosamente padri. Cosa accade quando la bugia di un padre, proprio lui che dovrebbe dare il buon esempio, viene smascherata davanti ai figli? E cosa si prova nello scoprire che la faccia del nemico può essere quella di chi hai generato? E poi: ma un padre deve per forza volere che il suo bambino sia il piú bravo ditutti? Magari con tuo figlio riesci a parlare solo con brevi comunicazioni di servizio appiccicate sul frigorifero, cercando di tenere a bada l’ansia e far passare fra le righe prima di tutto l’affetto. Di fronte ai figli solo immaginat inon c’è bisogno di ricalibrare costantemente le proprie aspettative, o di reinventarsi ogni giorno. Nella vita, invece, per parare i colpi sferrati da chi ha il tuo stesso corredo genetico non basta sentirsi «l’ultimo uomo sveglio in una terra in catalessi» e passeggiare di notte in corridoio tenendo in braccio un fagotto inquieto.Né basta fare il tifo insieme agli altri genitori durante la gara di nuoto. Prima o poi arriverà il momento in cui il confronto sarà inevitabile, costringendoti a scoprire ciò che in fondo hai sempre temuto: un figlio ti è alleato e rivale in parti uguali.