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Snakeoils di Tim Berne, Ralph Alessi, e Aaron Parks: tre nuove proposte dell'ECM

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

25 Novembre 2013 - 18:00

Snakeoils di Tim Berne, Ralph Alessi, e Aaron Parks: tre nuove proposte dell'ECM

 

Tre importanti novità discografiche
sono state pubblicate
da Casa ECM Records
(distribuzione Ducale).
✔ Shadow Man. Il primo album eponimo
del sassofonista compositore
Tim Berne con il quartetto Snakeoil
è stato un trionfo per la critica: Allaboutjazz
ha descritto la sua musica
come «imprevedibile e fresca»; nel
sondaggio di Downbeat à arrivato come
decimo tra le migliori uscite del
2012. Il critico Nate Chinen del New
York Times lo ha dichiarato il miglior
disco dell 'anno. Jazzwise ha
scritto che è un album «pieno di genuinità
umana e di saggezza». Per il
Top Jazz di Musica Jazz è arrivato come
terzo musicista dell 'anno e quarto
album nel 2012. Forte di questa accoglienza
Berne ha deciso di alzare
la posta con questo secondo album
Shadow Man. Dopo quattro anni insieme,
Berne e la sua band di New
York — il pianista Matt Mitchell, il
clarinettista Oscar Noriega e il batterista-
percussionista Ches Smith —
hanno sviluppato il loro rapporto
musicale come un 'intesa telepatica.
Il risultato di questo album in studio
è una meraviglia cinetica, i sei brani
sono un connubio tra musica viscerale
e cerebrale, tra montagne russe dinamiche
e lirismo dolente. Un album
mozzafiato di grande impatto.
✔ Baida. Per Ralph Alessi, l'uscita di
questo suo primo album perECMcomebandleader,
è un momento magico
della sua già ampia carriera. Il
trombettista newyorkese è stato un
eccellente improvvisatore in gruppi
come quelli di Steve Coleman, Uri
Caine, Ravi Coltrane, Fred Hersch e
Don Byron, portando avanti al contempo
vari progetti a suo nome. Con
Baida, Alessi ha creato qualche cosa
di emozionante, un album che può
arrivare a un pubblico ancora più
ampio per la qualità delle sue atmosfere
e il fascino delle sue melodie.
Per il progetto Alessi ha coinvolto al
piano Jason Moran, al basso Drew
Gress e alla batteria Nasheet Waits.
Il quartetto di virtuosi suona con straordinaria
eleganza ma anche con
tangibile muscolarità.
✔ Arborescence. Questo termine sta a
significare qualcosa che si struttura
mettendo radici e rami, come un albero,
che si muovono alla ricerca
dell 'acqua e del sole. Il giovane pluripremiato
pianista Aaron Parks ha
chiamato così il suo primo album
per ECM, perché la musica di questo
progetto è il frutto di una improvvisazione
in solo in cui poco è stato predeterminato.
L'artista racconta che i
brani si sono sviluppati «come esseri
viventi (...) Sentivo la musica come
se stesse nascendo e andando dove
doveva andare, in modo arboreo».
E' possibile percepire in questa musica,
echi fugacei di Arvo Pärt e Paul
Bley, Erik Satie e Kenny Wheeler;ma
Arborescence rimane qualche cosa di
intimo e personale, registrato con le
luci al minimo nella calda e cristallina
acustica della Mechanics Hall, a
Worcester nel Massachusetts. Ascoltando
con attenzione, si sente Parks
sussurrare parte di una melodia con
il pianoforte, come se stesse suonando
da solo a casa sua, per se stesso. E'
una poesia contemplativa strumentale
«non percepita come un'intenziona
cosciente—dice il pianista—ma
piuttosto come qualche cosa a metà
tra il sogno ed il ricordo».
Tre importanti novità discografiche sono state pubblicate da Casa ECM Records (distribuzione Ducale).

 

Shadow Man. Il primo album eponimo del sassofonista compositore Tim Berne con il quartetto Snakeoil è stato un trionfo per la critica: All about jazz ha descritto la sua musica come «imprevedibile e fresca»; nel sondaggio di Downbeat à arrivato come decimo tra le migliori uscite del 2012. Il critico Nate Chinen del New York Times lo ha dichiarato il miglior disco dell 'anno. Jazzwise ha scritto che è un album «pieno di genuinità umana e di saggezza». Per il Top Jazz di Musica Jazz è arrivato come terzo musicista dell 'anno e quarto album nel 2012. Forte di questa accoglienza Berne ha deciso di alzare la posta con questo secondo album Shadow Man. Dopo quattro anni insieme, Berne e la sua band di NewYork — il pianista Matt Mitchell, il clarinettista Oscar Noriega e il batterista-percussionista Ches Smith —hanno sviluppato il loro rapporto musicale come un 'intesa telepatica.Il risultato di questo album in studio è una meraviglia cinetica, i sei brani sono un connubio tra musica viscerale e cerebrale, tra montagne russe dinamiche e lirismo dolente. Un album mozzafiato di grande impatto.

Baida. Per Ralph Alessi, l'uscita di questo suo primo album per ECM come band leader, è un momento magico della sua già ampia carriera. Il trombettista newyorkese è stato un eccellente improvvisatore in gruppi come quelli di Steve Coleman, Uri Caine, Ravi Coltrane, Fred Hersch e Don Byron, portando avanti al contempo vari progetti a suo nome. Con Baida, Alessi ha creato qualche cosa di emozionante, un album che puòarrivare a un pubblico ancora più ampio per la qualità delle sue atmosfere e il fascino delle sue melodie. Per il progetto Alessi ha coinvolto alpiano Jason Moran, al basso Drew Gress e alla batteria Nasheet Waits. Il quartetto di virtuosi suona con straordinaria eleganza ma anche con tangibile muscolarità.

Arborescence. Questo termine sta a significare qualcosa che si struttura mettendo radici e rami, come un albero, che si muovono alla ricerca dell 'acqua e del sole. Il giovane pluripremiato pianista Aaron Parks ha chiamato così il suo primo albumper ECM, perché la musica di questo progetto è il frutto di una improvvisazione in solo in cui poco è stato predeterminato. L'artista racconta che i brani si sono sviluppati «come esseriviventi (...) Sentivo la musica come se stesse nascendo e andando dove doveva andare, in modo arboreo». E' possibile percepire in questa musica, echi fugacei di Arvo Pärt e Paul Bley, Erik Satie e Kenny Wheeler; ma Arborescence rimane qualche cosa di intimo e personale, registrato con le luci al minimo nella calda e cristallina acustica della Mechanics Hall, a Worcester nel Massachusetts. Ascoltandocon attenzione, si sente Parks sussurrare parte di una melodia con il pianoforte, come se stesse suonando da solo a casa sua, per se stesso. E' una poesia contemplativa strumentale «non percepita come un'intenziona cosciente — dice il pianista — ma piuttosto come qualche cosa a metà tra il sogno ed il ricordo».

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