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BASKET: PICK AND ROLL

Vanoli tra alti e bassi. La Juvi si è smarrita

La squadra di Brotto ha giocato una gara discreta, ma è mancata la precisione al tiro. Per i giocatori di coach Luca Bechi due ko e poca garra

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

04 Novembre 2025 - 10:06

Vanoli tra alti e bassi. La Juvi si è smarrita

Payton Willis della Vanoli e Travis McConico della Juvi

CREMONA - 

artiamo da un dato di fatto: la gara del PalaDesio (campo mai foriero in passato di esiti particolarmente favorevoli ai biancoblù cremonesi), contro i padroni di casa dell’Acqua San Bernardo Cantù, è stata molto equilibrata e addirittura il distacco finale (91-83) va decisamente stretto alla squadra ospite che ha comandato per larga parte nella prima parte di match. Detto che in un campionato altamente equilibrato come l’attuale Serie A non è certo semplice andare a vincere in trasferta (Cremona lo ha già fatto, peraltro a Bologna), anche a Desio la Vanoli ha dimostrato di essere un gruppo vero, pur in una giornata dove non tutto è girato per il verso giusto. A iniziare dalle percentuali di realizzazione, decisamente meno performanti rispetto ai turni precedenti: 19 su 39 nel tiro da due (48,7%), 9 su 32 nel tiro da tre (28,1%). Cantù non ha avuto percentuali decisamente migliori (52,5% da due, 33,3% da tre), ma ha potuto contare su uno straripante dominio a rimbalzo in entrambe le parti del campo, dominio che le ha garantito secondi e terzi tiri che – questi sì – alla fine hanno fatto la differenza e permesso ai brianzoli di conquistare la posta in palio. Il bilancio finale è impressionante e francamente imbarazzante: 51 rimbalzi totali di Cantù, di cui 14 catturati nell’area avversaria, contro i 29 (di cui 6 offensivi) della Vanoli.

Alla fine, al di là della giornata storta al tiro dei principali finalizzatori della squadra di coach Gigi Brotto, è stata proprio l’egemonia dei padroni di casa sotto i tabelloni a far pendere il piatto della bilancia dalla parte opposta. La Vanoli non è riuscita poi a capitalizzare i vantaggi – seppur limitati nel punteggio – che si era costruita durante la gara; spesso la velocità di esecuzione e la ricerca esasperata del tiro dalla lunga distanza – in particolare nella seconda parte della sfida – hanno fatto sì che capitan Burns e compagni andassero fuori giri, andando a sbattere contro la fisicità canturina. Bisognerebbe in certe occasioni farsi prendere meno dalla frenesia e cercare di ragionare di più. Quello con Cantù era il terzo incontro dall’inizio di questa nuova stagione, ma evidentemente i due precedenti in precampionato (chiusi sempre con una sconfitta) non hanno insegnato molto. Rimane però la sensazione da parte della Vanoli, dopo cinque turni di Serie A, di una buona solidità a livello di gruppo, con il Gigi da Cittadella che può vantare una discreta varietà di soluzioni; certo, servirebbe una maggiore consistenza e solidità a rimbalzo, dove al momento la coperta sembra essere a volte un po’ troppo corta, soprattutto quando Anigbogu è costretto a rientrare in panchina causa falli e l’area pitturata diventa terra di conquista con troppa facilità.

Aggiustamenti da fare nel prossimo futuro, ma intanto c’è da focalizzarsi sull’impegno infrasettimanale che giovedì vedrà arrivare al PalaRadi (palla a due alle ore 20.45) la Dolomiti Energia Trentino di coach Massimo Cancellieri e dell’ex biancoblù Peyton Aldridge, formazione che scenderà in campo alla BTS Arena di Trento questa sera in Eurocup contro la compagine lituana del Lietkabelis. Al momento in campionato la Dolomiti Energia fa parte, insieme alla Vanoli, del gruppetto a 6 punti che insegue ad una vittoria di distanza il quartetto in vetta alla classifica composto da Tortona, Bologna, Brescia e Milano. Domenica poi la Vanoli sarà impegnata al PalaShark di Trapani nel più classico mezzogiorno di fuoco.

SERIE A2: LA JUVI

Che fine ha fatto la Ferraroni JuVi delle tre vittorie consecutive e della grande consistenza in campo? La domanda sorge spontanea dopo l’ultima settimana che ha visto i giocatori di coach Luca Bechi rimediare due pesanti sconfitte di fila, nell’infrasettimanale di mercoledì scorso a Cento (74-94) e domenica al PalaRadi con Pesaro (75-95). Intendiamoci, ci sta di perdere contro la formazione della località romagnola famosa per lo storico Carnevale gemellato con Rio de Janeiro o con l’attuale capolista marchigiana della serie A2; ci sta meno di cedere con ampio margine e lasciando la sensazione di non aver lottato fino in fondo. In entrambi i casi è sembrato che ad un certo punto, Panni e compagni fossero già sotto la doccia nonostante la gara, sul parquet, non fosse ancora terminata.

Al di là della indubbia caratura sia di Cento sia di Pesaro, la Ferraroni JuVi pare aver perso la compattezza, la capacità di giocare d’insieme, di difendere e attaccare tutti per uno e uno per tutti, aiutandosi a vicenda nei momenti di difficoltà. Invece, la squadra cara alla famiglia Ferraroni si è per due volte sciolta come neve al sole, prima nell’ultimo quarto disputato a Cento, poi a cavallo tra secondo e terzo quarto con Pesaro, dove si è concesso agli avversari un parziale di 15-0 (dal 44-38 del 18’ al 44-53 del 23’) che ha di fatto incanalato la gara verso il mare Adriatico.

C’è stato, è vero, un timido tentativo di riaprire la sfida, con i gigliati che si sono riportati a tre punti di distanza dai pesaresi, ma è stato solo un fuoco di paglia, con gli ospiti che hanno immediatamente ripreso a fare il bello e il cattivo tempo sulle due parti del campo. L’analogia dei due risultati, quasi simili nel punteggio, lasciano perplessità e amaro in bocca, perché non si è vista quella caratteristica juvina di lottare fino all’ultimo secondo, mentre si è lasciato che gli avversari maramaldeggiassero in lungo e in largo sui 28 metri del campo sotto i colpi dell’mvp Maretto e il predominio sotto i tabelloni dei vari Miniotas (giocatore lituano il quale dovrebbe evitare di... ‘svenire’ in campo con troppa facilità) e De Laurentiis.

Insomma, statistiche a parte, il linguaggio del corpo da parte dei giocatori juvini è sembrato impotente e rassegnato, alcune delle peggiori sensazioni che si possano lasciare a proprietà, dirigenza e tifoseria. Per questo bisogna ritrovare al più presto la coesione, la fiducia, l’unione di intenti, in vista della trasferta di domenica prossima a Bergamo (Opiquad Arena, ore 18) sul campo del Gruppo Mascio, compagine molto esperta, reduce dalla sconfitta di Ruvo di Puglia (che è costata proprio ieri la panchina dell’allenatore Andrea Zanchi), appaiata in classifica alla Ferraroni JuVi a quota 8 con un bilancio di 4 successi e 5 kappao. Un match nel quale la squadra cremonese dovrà assolutamente ritrovare compattezza e solidità mentale, elementi che hanno caratterizzato la prima parte di stagione.

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