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Il Dna aiuta a ricomporre la storia dei rotoli del Mar Morto

Non tutti proverrebbero dal luogo in cui sono stati trovati

Daniele Duchi

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redazione@laprovinciacr.it

04 Giugno 2020 - 10:49

Il Dna aiuta a ricomporre la storia dei rotoli del Mar Morto

ROMA (4 giugno 2020) - Il Dna estratto dalle pergamene ha permesso di ricomporre la storia dei rotoli del Mar Morto. Non tutti proverrebbero infatti dal deserto in cui sono stati trovati tra il 1947 e il 1956, nelle caverne di Qumran in Cisgiordania, come spiegano sulla rivista Cell alcuni ricercatori dell’università di Tel Aviv e dell’Autorità israeliana delle antichità. «Abbiamo verificato, attraverso l’analisi di frammenti della pergamena, che alcuni testi sono stati scritti su pelle di mucca e pecora, mentre prima pensavamo fossero stati tutti scritti su pelle di capra. Ciò dimostra che i manoscritti non provengno dal deserto in cui li abbiamo trovati», precisa Pnina Shor, coordinatrice dello studio. Durante i 7 anni dello studio, focalizzato su 13 testi, i ricercatori non sono riusciti a localizzare il luogo esatto di provenienza dei frammenti. I rotoli risalgono, secondo le datazioni fatte, ad un periodo compreso tra il III secolo a.C. e il I secolo d.C.. Molti studiosi ritengono che li abbiano scritti gli Esseni, una setta ebraica dissidente che si era ritirata nel deserto della Giudea vicino a Qumran e le sue caverne, mentre altri sostengono che alcuni di questi testi furono nascosti dagli Ebrei che fuggivano dai Romani. «Questi risultati iniziali avranno ripercussioni sullo studio della vita degli Ebrei nel periodo del Secondo Tempo», distrutto dai Romani nel 70 d.C.. A indicare la provenienza diversa, secondo Beatriz Riestra, una dei ricercatori, sarebbero le «differenze nel contenuto e nello stile della calligrafia in rotoli della stesa epoca, ma anche nella pelle animale usata per la pergamena. Ciò dimostra che hanno un’origine diversa». È come mettere insieme «le tessere di un puzzle - aggiunge Oded Rechavi, uno dei ricercatori - Ci sono molti frammenti che non sappiamo come collegare e se mettiamo insieme i pezzi sbagliati, si cambia completamente l'interprestazione di ogni rotolo».

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