L'ANALISI
09 Novembre 2025 - 05:30
E festa sia! Da ieri e fino a domenica prossima il centro cittadino di Cremona torna a celebrare una delle sue magnifiche tre T, oggi diventate quattro se si aggiunge la ‘gloria’ più attuale, Tognazzi, nel nome del grande Ugo. Oltre ottanta espositori, più di quaranta appuntamenti tra antichi sapori (magari declinati in versione più aggiornata), con rievocazioni storiche e richiami più moderni, e il consueto grande spettacolo finale di piazza con la Compagnia dei Folli a conquistare l’applauso di migliaia di spettatori in uno dei luoghi più suggestivi d’Italia, all’ombra del Torrazzo (non a caso un’altra delle mitiche T).
Per nove giorni sulla città puntano i fari tutti i principali media, la Festa del Torrone diventa anche uno spettacolo da raccontare in tv. Come sempre, decine di migliaia di visitatori affolleranno la città. A costoro il sistema Cremona deve saper offrire il suo lato migliore, con capacità di accoglienza, attenzione, sorriso sulle labbra. Si rinnova così un patrimonio di attenzione globale che è interesse di tutti saper fare fruttare nel tempo.
La città, così come l’intero territorio, è a una svolta decisiva per il proprio futuro. Deve dimostrare di saper essere accogliente e attrattiva in una fase in cui l’inverno demografico tende invece a renderla sempre meno reattiva e più anziana anche nell’intimo, nelle proprie rappresentazioni quotidiane. Agli studenti universitari già offre nuove, splendide, realtà in cui costruire il patrimonio di conoscenza necessario per progettare il proprio futuro; deve sapersi dimostrare all’altezza delle aspirazioni sulla qualità della vita delle giovani coppie. Gli ingredienti ci sono tutti, bisogna saperli ‘cucinare’.
Momenti di grandissima forza identitaria come la Festa del Torrone sono effettivamente motore di sviluppo con grande valore di marketing territoriale. Giustamente, accanto alla celebrazione del torrone in quanto elemento della cremonesità più profonda attraverso la rappresentazione storica del matrimonio tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza che, narra la tradizione, il 25 ottobre 1441 segna la data di nascita del torrone, si è deciso di celebrare altre due ‘dolcezze’ di oggi, assegnando il Torrone d’oro alla grande Mina, e con la mostra celebrativa dei 50 anni del film Amici miei, una delle pellicole cult della cinematografia italiana, dedicata a Tognazzi.
Nel caso della grande cantante, in piazza Duomo prende vita il Wall Musicale Sperlari, un’installazione pensata per coinvolgere i sensi e celebrare l’incontro tra musica e gusto, con i visitatori che potranno indossare le cuffie appese alla parete sonora per lasciarsi avvolgere dalle note del jingle «Sei un’emozione dolce». Un’esperienza multisensoriale in cui suono e sapore si fondono, trasformando l’ascolto in un momento di pura dolcezza.
Feste come questa sono occasioni per rinsaldare il senso di unità sociale e trasportare la comunità in una dimensione diversa, creando un momento di condivisione e appartenenza oltre che di indispensabile apertura all’esterno. Antropologicamente posseggono un fortissimo significato identitario per le comunità in cui sono organizzate, ma rivestono anche un ruolo propulsivo sotto il profilo economico come fattore di valore aggiunto. Lo confermano i dati diffusi di recente dall’Osservatorio Urban Data di Confcommercio, relativi non solo al capoluogo, ma anche a Crema, città che pure mostra vitalità da questo punto di vista.
Weekend di eventi, è dimostrato dati alla mano, trainano la vitalità dei centri storici. La recente Festa del salame in tre giorni, dal 3–5 ottobre, ha attratto oltre 40mila visitatori; tra il 18–19 del mese scorso, grazie alla sinergia tra Festival della mostarda, Pets Festival di CremonaFiere e Half Marathon Cremona, sono state totalizzate quasi 37mila presenze; l’accoppiata Invasioni Botaniche e Cremona Musica International Exhibitions & Festival (27–28 settembre) ha assommato quasi 24mila visitatori, nonostante il maltempo. Gente in arrivo da tutta Italia e ben uno su otto dall’estero.
Spostandoci a Crema, il quadro è analogo. I Mercati Internazionali (12–14 settembre) hanno portato oltre 36mila visitatori, i Crema Beauty Days del fine settimana successivo hanno registrato più di 33mila presenze, e Crema Fiori e Sapori (4–5 ottobre) 21mila. Per entrambe le città i numeri sono in aumento, con un trend di crescita del 5 per cento rispetto all’anno precedente. Non poco se si pensa che si partiva da numeri già considerevoli. Come spesso accade, però, c’è un ma, ed è relativo al comune capoluogo.
Rileva Stefano Anceschi, direttore generale di Confcommercio provinciale: «Nonostante l’aumento di affluenza rispetto al 2024, la distribuzione oraria resta invariata. Dopo le 16 non si raggiunge nemmeno il 6 per cento dei visitatori giornalieri, un dato che penalizza le possibilità di shopping. È necessario rendere il centro più attrattivo anche nel pomeriggio, con iniziative che prolungano la permanenza e invitano a vivere la città oltre le ore del mercato».
A essere resa più attrattiva, però, deve essere l’intera città, concepita nel suo insieme. Sta per essere attivata un’iniziativa che potrebbe contribuire a fare superare questo gap: Infinity 1, Event Space modalità Gran Teatro, il teatro più grande della provincia di Cremona che sta per inaugurare la prima stagione a CremonaFiere, integrando con una proposta di spettacoli popolari, la grande tradizione, più colta, garantita dal Teatro Ponchielli e dall’Auditorium Arvedi del Museo del Violino. Oltre quaranta appuntamenti di varia natura (musica, teatro, comicità, incontri con grandi personaggi) tra l’inizio di dicembre e il prossimo maggio.
Si completa così l’offerta cultural-spettacolare della città. Visto l’ottimo riscontro delle prevendite, si può ipotizzare un forte afflusso da fuori provincia di spettatori che ‘vivranno’ prima e successivamente a ogni rappresentazione. La felice collocazione della Fiera rende facilmente raggiungibile il centro cittadino e si può essere facili profeti nel pensare che a trarre beneficio saranno le attività commerciali e l’intera economia locale.
Una città che vuole avere un futuro vive quindi di appuntamenti storici ma anche di novità. E si potrà ovviare a quel clima di rassegnazione ben narrato da Vasco Pratolini nel suo ‘Cronache di poveri amanti’ (Vallecchi, 1947) che descriveva così una festa popolare: «Tutti si urtano, si spingono, sgranocchiando i brigidini, le mandorle, il torrone. È questa la loro Fiera, il buonumore è in loro, debbono pure inventarsi l’allegria se vogliono credere di sentirsi vivi». Ecco, tutti vorremmo che Cremona non debba inventarsi l’allegria per sentirsi viva, ma che viva lo sia veramente.
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