L'ANALISI
MUSICA LIVE. L’INTERVISTA A FRESU
27 Novembre 2025 - 05:15
CREMONA - «Non volevamo jazzare! Sarebbe stato l’errore più grande da fare con David Bowie». Paolo Fresu torna in città stasera al teatro Ponchielli dalle 20.30 alla testa di un supergruppo composto da Petra Magoni alla voce, Filippo Vignato al trombone, Francesco Diodati alla chitarra, Francesco Ponticelli al contrabbasso e Christian Meyer alla batteria.
Organizzato dalla Fondazione Banco dell’energia con A2A e Fondazione LGH - l’incasso dello spettacolo contribuirà infatti al sostegno di progetti contro la povertà energetica -, Heroes è frutto di un progetto inaugurato qualche anno fa dal gruppo di musicisti e poi divenuto un album vero e proprio. La serata si annuncia come un volo spettacolare su alcuni dei migliori capitoli della carriera del cantante inglese scomparso nel 2016.
La data cremonese è impreziosita dalla presenza di Flow, un’installazione audiovisiva — allestita sul palco prima dell’inizio del concerto — in cui tre linguaggi artistici dialogano tra loro. Parole, immagini e suoni mescolati per raccontare una storia. Flow, prodotta dalla bresciana Idra Teatro, vede la regia di Daniele Milani, con musiche originali dello stesso Fresu, visual design di Giulia Argenziano e voce recitante di Debora Mancini.
Lavorare sulla musica di Bowie è un salto notevole rispetto ad altri omaggi ‘in jazz’ a giganti del pop. La grandezza della musica di Bowie è tale che parlare di una rilettura jazz è riduttivo. Da cosa vi siete lasciati guidare?
«Amava molto il jazz, ma farne una rilettura jazz sarebbe stato come chiudere quella musica dentro a una scatola. È un concerto più pop che jazz. Certo c’è un’idea di improvvisazione che appare spesso, ma lo spirito è pop anche nelle sonorità scelte da noi sul palco. Cerchiamo di raccontare David anche come innovatore della forma spettacolo. Insomma, non siamo una cover band, ma non siamo nemmeno un gruppo jazz. Tutto è riconoscibile, ma filtrato dal nostro afflato».
È plausibile pensare all’intera carriera di Bowie come un avvicinamento a un concetto di musica universale? Per l’ultimo album, Blackstar, volle con sé musicisti come Donny McCaslin, capaci di un jazz estensivo, composito, trasfigurato, in costante evoluzione.
«Non dico che siamo partiti da ‘Blackstar’, ma ‘Blackstar’ è stata la chiave di lettura con cui abbiamo affrontato anche gli altri brani. La scelta delle canzoni non è stata semplice perché ricondurre una vita ricca come la sua in una scaletta è impossibile. Suoneremo capitoli dalla Trilogia berlinese fino a Heroes, e poi ‘Space Oddity’, ‘Life on Mars’, ma anche cose meno conosciute. Ho voluto che ci fosse anche la canzone ‘Blackstar’, appunto, perché in quell’album Bowie lavora con musicisti jazz e registra brani lunghissimi, totalmente inadatti alle regole commerciali moderne. Era come se avesse deciso di rompere ogni sicurezza o paradigma. Come se si fosse totalmente liberato. Abbiamo costruito un percorso che fosse vicino alla sua idea di musica. Rispettandola ma portando anche qualcosa di nostro».
Prima del concerto si vedrà Flow: è una installazione che in qualche modo dialoga con lo spettacolo?
«L’installazione era nata per un progetto sulla Fonte di Mompiano a Brescia: ho scritto delle musiche per Flow, e a Cremona verrà proposta una versione con alcune modifiche nell’impianto. Rispetto al concerto Flow è un’altra cosa, ma è anche vero che si tratta di un’opera molto ‘alla Bowie’ nel suo affrontare il palco introducendo una molteplicità di linguaggi: suono, parola, immagine. Sono due momenti legati a un concetto di spettacolo che si arricchisce. Diversi ma collegati».
A proposito di immagini, lei torna abbastanza spesso a Cremona. Se il pubblico cremonese fosse un colore, quale sarebbe?
«Rosso! Rosso porpora, ma non so dirvi precisamente perché. Sono legato a Cremona anche perché di Cremona è Roberto Cipelli, e grazie a lui vi ho conosciuto. La prima volta deve essere stata nel 1984. Dalla Sardegna arrivavo in città per muovermi con Roberto e il resto della band nei jazz club come il Capolinea di Milano, ma anche nello stesso circolo Arci della vostra città. Ero molto giovane, e quelli erano anni in cui uscivo dalla Sardegna per conoscere il mondo».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris