CALCIO
14 Dicembre 2021 - 05:15
CREMONA - Martedì scorso, Martino, clarinettista, accademista dell’Orchestra Filarmonica Reale di Stoccolma, si è perso in tv il Macbeth alla Prima della Scala, perché stava suonando davanti ai reali di Svezia - il re Carlo Gustavo XVI e la Regina Silvia - durante la celebrazione dei vincitori dei premi Nobel. E se l’è persa anche suo fratello Marco Mauro, primo violoncello dell’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano, perché in viaggio sul treno da Salisburgo, dove da un anno sta studiando per conseguire il master all’Università Mozarteum, a Milano, per prepararsi all’esibizione, domenica alla Scala, al Gala che ha celebrato il ventennale dell’Accademia.
Martino ha 25 anni, Marco Mauro 22. Sono i fratelli musicisti Moruzzi, nati e cresciuti a Cremona, capitale internazionale della liuteria una carriera avviata, molte soddisfazioni e un rammarico. "Ci vantiamo di essere la città della musica. A Cremona si costruiscono gli strumenti, ma nessuno li suona. E’ possibile che la nostra città non abbia una sua orchestra? E’ un grande peccato. Al Teatro Ponchielli e al Museo del Violino vengono a suonare musicisti da fuori, italiani ed internazionali. Perché Mantova ha la sua orchestra da Camera, Pavia i ‘Solisti di Pavia’, Parma la Toscanini e noi nulla? Cremona non ha niente da invidiare al Teatro dell’Opera reale di Stoccolma, che è la metà del nostro Ponchielli, eppure l’Opera ha una orchestra di 80 elementi ed è seguitissima". Il sogno nel cassetto: "Creare qualcosa di stabile nella nostra città", raccontano i fratelli Moruzzi cresciuti a pane e musica classica.
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