L'ANALISI
21 Dicembre 2025 - 09:20
CREMONA - Pubblici ministeri per un giorno. A partire da quest’anno i ragazzi e le ragazze delle scuole superiori cremonesi potranno svolgere parte del percorso ‘Formazione Scuola-Lavoro’ negli Uffici della Procura Generale. Un’iniziativa che prevede l’elaborazione di linee guida comuni e un programma formativo strutturato di base che abbina teoria e pratica con attività di affiancamento, monitoraggio e valutazione.

L’accordo, della durata di tre anni, è stato siglato giovedì da Guido Rispoli, procuratore generale di Brescia, e da Filomena Bianco per l’Ufficio scolastico regionale. Il progetto ha come obiettivo quello di offrire agli studenti opportunità formative concrete in ambito giuridico-amministrativo e quello di rafforzare la collaborazione tra istituzioni scolastiche e uffici giudiziari.
Passare del tempo in Procura e vedere all’opera i pm può rappresentare una grande opportunità per tutti gli studenti: «I ragazzi possono imparare tante cose – dice Giuseppe Bonavita, docente e referente per l’Orientamento e la Formazione Scuola-Lavoro - e toccare con mano materie che hanno a che fare con il mondo del diritto. Come, per esempio, affiancare un pm o guardare una fase istruttoria. In questo percorso saranno affiancati anche da due tutor, uno scolastico e uno aziendale, così da essere seguiti passo dopo passo in questa loro avventura».

L’idea è quella di una formazione attiva, nella quale i ragazzi possano davvero capire se quella della giurisprudenza possa essere la loro strada per il futuro. La denominazione ‘Formazione Scuola-Lavoro’ al posto dei PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento), d’altronde, non rappresenta un semplice restyling lessicale, ma risponde a una precisa scelta di indirizzo culturale e pedagogico: «Già in tante scuole oggi – aggiunge - si insegna diritto. In tutte comunque si fa educazione civica. È importante per i ragazzi essere consapevoli di cosa ruota intorno al nostro sistema giuridico. Quello in Procura non deve essere solo un momento di osservazione passiva, ma una vera e propria formazione, nel senso letterale del termine».

Anche perché tra gli obiettivi dell’iniziativa figurano il contrastare la dispersione scolastica e al fenomeno del drop out (abbandono prematuro degli studi): «È un percorso mirato per ragazzi e ragazze del terzo anno in poi – continua -, periodo nel quale iniziano a interrogarsi su cosa vorranno fare da grandi. Questi percorsi di Formazione Scuola-Lavoro possono essere davvero utili ai nostri ragazzi per conoscere nuovi mestieri, che percorsi di studi fare per fare quel tipo di lavoro, apprendere nuove conoscenze. Oppure anche per scoprire che quel lavoro non è nelle loro corde. La scuola, alla fine, è anche questo: far emergere i talenti in modo tale che poi questi si possano trasformare in una professione».

Questi percorsi mirano anche a una sensibilizzazione della cultura della legalità e a una maggior consapevolezza civica: «La responsabilità civica dei nostri ragazzi passa anche attraverso questi tipi di progetti – dice -. Capire, per esempio, che le forze dell’ordine non sono il male e quelle da cui scappare come nei videogiochi, ma persone che possono aiutare in situazioni critiche e anche quotidiane è importante. Ed è nostro compito spiegarglielo».
Tra gli altri obiettivi, infine, c’è quello di far avvicinare i ragazzi alla pubblica amministrazione. Mondo percepito dai più giovani come lontano e poco attrattivo: «Lo conoscono pochissimo – conclude Bonavita -, e in generale non è per loro una priorità. Ma invece sbagliano, perché le pubbliche amministrazioni sono alla ricerca di ragazzi specializzati in determinate materie da poter inserire all'interno del proprio organico».
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