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L’INTERVISTA AL MINISTRO

«Per far decollare le Zls trovati 300 milioni»»

Foti fa il punto sull’inserimento in Manovra e indica le prospettive di sviluppo

Francesco Gottardi

Email:

fgottardi@cremonaonline.it

07 Novembre 2025 - 05:20

«Per far decollare le Zls trovati 300 milioni»»

CREMONA - Creazione di un ‘tessuto imprenditoriale logistico’, agevolazioni per le aziende e potenziamento dei collegamenti viabilistici: la promessa di sviluppo della Zls (Zona logistica semplificata) mette d’accordo tutti sul territorio. Dalle associazioni di categoria alle forze politiche, le province di Cremona e Mantova parlano ad una voce, affiancate dall’assessore allo sviluppo economico lombardo Guido Guidesi, per rappresentare a Roma gli interessi dei territori. Le richieste nei mesi scorsi sono arrivate anche sui tavoli del ministro per gli affari europei, il Pnrr e le politiche di coesione, Tommaso Foti, recentemente ospite in città all’Assemblea degli Industriali. Raggiunto al telefono, il ministro fa il punto sull’inserimento in Manovra dei fondi necessari e sulle opportunità che la Zls porterà con sé.

Ministro Foti, partiamo dalla Zona Logistica Semplificata di Cremona e Mantova. I fondi sono stati messi a bilancio. Qual è il prossimo passo?
«In legge di bilancio abbiamo trovato le risorse per rilanciare le Zls nel prossimo triennio, 100 milioni di euro all'anno. Altre regioni le hanno già sperimentate, con risultati molto positivi per il tessuto imprenditoriale locale. Ora si tratta di sfruttare le risorse, diversamente da quanto accaduto lo scorso anno».

Che cosa era successo in quell’occasione?
«Nella precedente legge di bilancio c’erano dei fondi per il 2024, ma non erano stati spesi. Quelle risorse sono poi tornate al ministero dell’Economia e Finanze e accantonati. Noi abbiamo voluto ripristinarli e renderli nuovamente disponibili, con una programmazione più solida che li faccia ‘atterrare’ sui territori».

Quali sono i benefici attesi con l’istituzione della Zls?
«Si tratta di una leva importante sia per il credito d’imposta, lo snellimento amministrativo, le tempistiche ridotte per le autorizzazioni e la priorità nei procedimenti ambientali e infrastrutturali. E poi c’è lo sviluppo dei collegamenti, in una concezione ‘intermodale’, sfruttando trasporto su strade, ferrovie e fiumi. La logistica del resto non è una scoperta del mondo moderno: si sono sempre seguite le vie più efficienti per il trasporto delle merci e oggi potenziare la capacità di movimentazione fa parte di una necessità locale impellente, anche alla luce della crescita della parte degli acquisti che avviene direttamente attraverso la rete».

Guardando a poli vicini come quello piacentino, Cremona e Mantova hanno le caratteristiche per essere competitive?
«Ogni territorio deve valutare le sue vocazioni, quella della bassa Lombardia non a caso è nota come la ‘Zls dei porti’, con importanti infrastrutture affacciate sul Po. L’area interessa 3.300 ettari e ha tutti i requisiti per essere 'sposata' da questa operazione, soprattutto per come conosco le filiere presenti nel cremonese. Certo Piacenza è un hub importante, favorito anche dalla prossimità con i caselli di due importanti collegamenti autostradali. Ma il tessuto economico è in continua evoluzione e bisogna attrezzarsi per saperne cogliere occasioni e necessità: saper portare le filiere d’eccellenza locali su un opportuno apparato logistico-infrastrutturale è la strada giusta anche per Cremona».

Come è stato il dialogo con i rappresentati del territorio, regionali e parlamentari?
«Quando mi contattano, io ascolto tutti. Devo dire che non ho avuto contatti diretti recenti con i presidenti o i sindaci di quelle province, ma mi sembra che l’operazione sia ben avviata e supportata. D’altronde noi siamo titolari di un’azione di Governo che non è influenzata dalle pressioni o dalle richieste ‘personali’, ma dalla regolarità delle procedure. E nel caso della Zls dei porti le condizioni per procedere c’erano e le risorse sono state messe a disposizione».

Lei è anche incaricato di vigilare sull’applicazione del Pnrr, una leva sfruttata ampiamente anche a Cremona: qual è il suo giudizio su questo strumento e a che punto siamo con l’attuazione delle opere?
«Il Pnrr è in una piena fase espansiva, 453mila progetti attivi, 300mila completati, 50mila in conclusione e 86mila in esecuzione. A livello di spese, dei 194 miliardi concessi dall’Ue (nessun altro Paese ha a disposizione questa cifra) abbiamo liquidato ad oggi circa 140 miliardi di euro, entro fine anno arriveremo a 153».

Ma per completare i progetti c’è una scadenza, lei è fiducioso?
«La scadenza tecnica del 30 giugno 2026 porta poi ad agosto dello stesso anno la data utile per la rendicontazione. I progetti con costi e difficoltà minori sono già stati fatti tutti, ora si affrontano le opere più complesse. Non nascondo le difficoltà, ma sono fiducioso sul fatto che il sistema Italia, quando è chiamato a dare delle risposte, sorprende».

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