L'ANALISI
01 Ottobre 2025 - 05:00
CREMONA - Nelle dinamiche del riciclaggio convivono il denaro contante e le criptovalute, tecniche antiche e nuove frontiere della tecnologia. A raccontare questo connubio c’è l’ultima relazione annuale dell’Uif, l’Unità d’informazione finanziaria della Banca d’Italia specializzata nella prevenzione e nel monitoraggio del riciclaggio. Tra le pagine del documento spunta anche una mappa particolare, quella delle «anomalie nell’uso di contante», e sotto la voce «rischio alto» spunta Cremona, insieme a Milano e Mantova tra le città lombarde.
«L’analisi econometrica sviluppata da tempo presso l’Unità d’informazione finanziaria – si legge nel report – ha qualificato la diffusione del contante in base al suo utilizzo, individuando la quota di operatività in contanti fisiologica (dovuta, cioè, a fattori socio-economici e finanziari come la diffusione di altri strumenti di pagamento e l’offerta di servizi finanziari sul territorio) e quindi isolando la componente anomala, non spiegata da tali fattori, sintomatica di potenziali condotte illecite. Anche nel 2024 gli utilizzi anomali di contante continuano a disegnare una geografia precisa, che assegna alla provincia di Cremona un posto di primo piano nella classifica del rischio.
Il posizionamento di Cremona nella fascia di ‘rischio alto’ non è un dato isolato, ma si inserisce in un contesto economico-produttivo storicamente caratterizzato da un’intensa circolazione di denaro fisico. L’alta incidenza del settore agricolo e della piccola e media impresa, unita a una radicata cultura del contante, forniscono il terreno fertile in cui le transazioni in nero e i flussi finanziari opachi possono attecchire con maggiore facilità. L’analisi dell’Uif va oltre la semplice quantificazione del denaro circolante, scavando nella quota «non fisiologica», quella che sfugge alle spiegazioni socioeconomiche e che rappresenta il termometro più affidabile di possibili illeciti.
La relazione dell’Uif dipinge dunque un quadro in cui Cremona, con la sua solida tradizione produttiva, si trova a fare i conti con un’eredità meno nobile: quella di un territorio dove l’opacità finanziaria trova ancora ampi spazi di manovra. L’abuso del denaro fisico rimane infatti il veicolo preferito per ripulire capitali illeciti, favorire l’evasione fiscale e alimentare l’economia sommersa.
Stando ai dati diffusi dalla Guardia di Finanza e relativi al periodo 2024 e i primi mesi del 2025 il monitoraggio della circolazione del denaro, relativo al rischio riciclaggio e evasione fiscale: 2560 sono stati gli interventi ispettivi sul territorio, con 214 indagini per contrastare gli illeciti e le infiltrazioni criminali nella sfera economica del territorio. Dalle analisi della GdF sono emersi i profili di 58 ‘spettri’, evasori fiscali di vario genere, 2 dei quali di rilievo internazionale, per un giro di evasione da quasi 600mila euro (210 milioni di base imponibile sottratta a tassazione, 71 milioni di Iva evasa, 303 milioni di Irap).
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