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«Sono il maresciallo...», nuova ondata di truffe

I tentativi di raggiro stavolta finiscono a vuoto, ma l’allerta rimane alta

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

25 Agosto 2025 - 19:12

«Sono il maresciallo...», nuova ondata di truffe

SORESINA - Nella Città del Teatro Sociale torna a farsi largo un vecchio trucco criminale che continua a mietere tentativi in tutta Italia: le ‘chiamate del maresciallo’. Stavolta, però, grazie alla prudenza dei nonni soresinesi e alle raccomandazioni dell’Arma (quella vera però), i tentativi non si sarebbero tradotti in truffe consumate. Ma l’allerta resta alta. E questo spiega anche perché sotto la vicina Torre Isso e in Prefettura le missioni dedicate alla sensibilizzazione vengano considerate sempre più prioritarie.


Il copione è ormai collaudato. Squilla il telefono fisso o il cellulare o adesso perfino, così ha riferito uno degli ultimi testimoni da Soresina, entrambi contemporaneamente. Questa nuova tecnica serve per evitare che la vittima nel frattempo scriva a parenti o amici. All’altro capo del filo una voce maschile impostata con sicurezza: «Buongiorno, sono il maresciallo dei carabinieri». Ma può anche essere il poliziotto, a volte l’avvocato. Inizia così un finto colloquio che gioca tutto sulla fiducia che, soprattutto gli anziani, ripongono nei militari e nelle autorità in generale.

L’interlocutore si presenta come un militare impegnato in una ‘questione urgente’, spesso legata a presunti incidenti stradali o guai giudiziari che coinvolgerebbero figli o nipoti, come nelle ultime chiamate segnalate. A volte, invece, la scusa è quella di controlli su ladri appena arrestati. In realtà, il vero obiettivo è ben diverso: capire chi si trovi in casa, se ci siano soldi, gioielli o documenti, per poi passare al passo successivo della truffa, magari con l’arrivo di un finto incaricato alla porta.


A Soresina, come si diceva, tante persone sono state contattate nei giorni scorsi. Fortunatamente, nessuna delle telefonate si è trasformata in un raggiro riuscito. Ma resta la preoccupazione per la frequenza con cui queste tecniche vengono riproposte. Ecco perché i carabinieri della città, insieme ai militari della vicina stazione di Castelleone, hanno deciso di rafforzare la campagna di prevenzione già avviata negli scorsi mesi. Incontri pubblici, distribuzione di volantini e consigli pratici, al mercato da una parte e antiquaria dall’altra, visite nei centri per anziani, in Comune, agli eventi associativi, servono a diffondere un messaggio semplice: non fidarsi mai di telefonate sospette e contattare subito il 112 in caso di dubbio.


Le regole sono poche ma preziose:

  • Non aprire mai la porta a sconosciuti che si presentano come carabinieri, tecnici o funzionari se non hanno un tesserino ben visibile e un motivo concreto e verificabile.
  • Non consegnare mai denaro o oggetti di valore a nessuno, qualunque sia la scusa raccontata.
  • Non fidarsi di chi dice «mi mandi i soldi così evitiamo guai a suo figlio» o «sto mandando un collega a ritirare i contanti»: sono sempre balle, chiunque sia a dirlo, soprattutto perché non è così che i carabinieri lavorano o hanno mai lavorato.
  • Interrompere subito la conversazione e chiamare personalmente la caserma di riferimento o il numero unico di emergenza 112.

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