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IL QUADRO NELLE RSA

«Ospiti più fragili, serve personale»

Farina, presidente della Milanesi e Frosi di Trigolo: «E mancano posti letto»

Gabriele Cogni

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redazione@laprovinciacr.it

25 Luglio 2025 - 05:10

«Ospiti più fragili, serve personale»

CREMONA - Una nuova identità di cui è necessario prendere consapevolezza. Una trasformazione, in continua evoluzione dopo la pandemia da Covid. Le residenze sanitarie assistenziali sono cambiate: non ha dubbi, Augusto Farina, presidente della Rsa Milanesi e Frosi di Trigolo. Ieri è stato ospite della redazione de ‘La Provincia’ e ha analizzato l’attuale situazione della residenza sanitaria assistenziale, all’interno anche di un quadro generale del territorio. Oltre a guidare la struttura di Trigolo, Farina è infatti vice presidente sia dell’Arsac, l’associazione delle Rsa di Cremona, sia della Società Italiana Flebologia; è inoltre membro del consiglio provinciale di Uneba, l’Unione nazionale istituzioni e iniziative di assistenza sociale.

Presidente Farina, qual è la situazione delle rsa nel territorio?
«È indispensabile evidenziare il cambiamento di tipologia di ospiti delle Rsa in questi anni. Le nostre strutture hanno ormai assunto le caratteristiche di ‘lungodegenze mediche’, con ospiti sempre più anziani, tutti con più patologie croniche e con necessità di assistenza continua».

Entrando nello specifico?
«Abbiamo un’età media di ricoverati ospiti all’ingresso che è di 85,5 anni e la degenza media è notevolmente diminuita rispetto al pre-Covid, con decessi all’8-10% addirittura nel primo mese, ed è di 452 giorni, un dato che è in riduzione notevole».

Cosa significa tutto questo per una struttura?
«Sono dati che portano a varie necessità dovute a ospiti più fragili e complessi, con l’esigenza di una maggiore assistenza non solo sociale, ma di tipo sanitario e un maggiore costo, sia per il personale, che per farmaci e presidi».

Recentemente c’è stato un intervento dei sindacati sul ‘caro rette’: cosa risponde?
«Non è ben comprensibile quanto affermato, perché da una parte chiedono un aumento dei salari per gli operatori, ma anche di non aumentare le rette per non gravare in modo maggiore sulle famiglie. Rette che sono in linea con la maggior parte della altre province lombarde, ma nettamente inferiori ad alcune province, per esempio Milano. Le associazioni delle Rsa cremonesi sono disponibili per un confronto con i sindacati su questi argomenti».

sasa

La Rsa Milanesi e Frosi di Trigolo fa riferimento al distretto cremasco, come vi state muovendo?
«Esiste una netta differenza tra il Cremasco e il Cremonese per numero di Rsa e dunque di posti. La lista d’attesa per i ricoveri nel solo cremasco è di circa 600 persone. Stiamo cercando di fare arrivare questi dati in Regione, tramite il Consorzio dell’Area Omogenea Cremasca e ci siamo trovati con il presidente Gianni Rossoni, per esaminare queste problematiche di carenze di posti letto, deficit di personale ed evoluzione dell’ospite-tipo».

Quali sono invece i progetti per la Rsa Milanesi e Frosi?
«Attraverso il Superbonus 110% siamo riusciti a realizzare interventi strutturali di risparmio energetico e antisismico, lavori che ormai sono in fase di conclusione. Con risorse nostre stiamo rifacendo invece una parte interna e presto vedrà coinvolta anche la parte esterna dei giardini. Abbiamo ottenuto tramite il Comune di Crema un finanziamento importante per la realizzazione di altri posti per persone autosufficienti. Per i non autosufficienti invece non possiamo fare più di quanto abbiamo».

Com’è il bilancio?
«La Milanesi e Frosi ha presentato nel 2024 un modico saldo attivo e abbiamo dato anche incrementi economici a tutto il personale. C’è un problema di carenza, come in tutte le Rsa: stiamo realizzando corsi mirati proprio a formare le figure necessarie».

Quali sono i programmi di attività della vostra Rsa?
«Proseguiamo con una serie di attività che si fanno regolarmente con gli ospiti e ci sono iniziative anche a teatro, gite con gli ospiti che possono partecipare. La missione della Rsa è quella di aiutare e mettersi a disposizione delle persone più fragili».

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