L'ANALISI
29 Maggio 2025 - 05:05
CROTTA D'ADDA - ‘Chi la dura la vince’ è evidentemente il pensiero di Edison, che nonostante i molteplici pareri contrari arrivati nelle ultime settimane dagli enti, insiste nel voler realizzare una nuova centrale idroelettrica sull’Adda, in località Budriesse, al confine tra Lodigiano e Cremonese. A metà maggio il direttore business unit idroelettrica della società, Daniele Bellini, ha inviato infatti un’ulteriore relazione di 162 pagine ai ministeri dell’Ambiente e della Cultura.
All’interno, le precisazioni del progettista Luigi Lorenzo Papetti. Viene innanzitutto smentito che la proposta in questione – ricadente sui territori di Crotta d’Adda, Maccastorna e Castelnuovo Bocca d’Adda – sia una riproposizione di precedenti progetti «presentati da altre società». Edison rimarca: «Come già esplicitato nello studio di impatto ambientale e nelle integrazioni predisposte, si tratta di una nuova iniziativa, conseguentemente sottoposta a una propria procedura di Via».
Edison ha predisposto «studi specialistici e adeguati elaborati progettuali, meritevoli di valutazioni scevre da pregiudizi e rimandi ad espressioni precedenti. Il progetto condivide con i precedenti soltanto la localizzazione geografica». Stando alla società, la centrale si differenzia «per una serie di elementi progettuali, tecnologici e funzionali che ne migliorano l’efficienza, nonché per la realizzazione di numerosi e approfonditi studi specialistici».
Si parla quindi di un design aggiornato, di accurate compensazioni ambientali, fra cui la costruzione di una scala per la risalita dei pesci come quella di Isola Serafini, e della scelta di ‘turbine fish-friendly’ «per garantire la sicurezza della fauna ittica» e l’esecuzione di monitoraggi sulle specie. Non solo: ci saranno interventi di rimboschimento «e a favore della fruizione pubblica della zona a scopo ricreativo». Edison annuncia che la superficie di area vegetata rimossa, pari a 0,3 ettari, «sarà ampiamente compensata rispetto a quanto indicato dalla normativa, con nuove aree di boschive per circa 5 ettari, di cui uno adibito ad area didattica».
Rassicurazioni arrivano anche sui livelli di falda — «L’opera non impatta in modo significativo» — e sulla stabilità delle sponde: «Non verrà in alcun modo compromessa da un’alterazione dei flussi idrici». In merito alle presunte ‘interferenze’ con le altre centrali esistenti, viene specificato: «La briglia di Budriesse, pur non essendo catalogata come opera strategica, di fatto svolge una funzione importante. Infatti è stata costruita nel secolo scorso proprio per fermare il progressivo abbassamento del fondo del fiume Adda conseguente alla relazione della diga di Isola Serafini. Inoltre, si evidenzia che l’impianto di Budriesse, come taglia e tipologia di opera, nonché come modalità d’esercizio, sarebbe simile a quello di Pizzighettone».
«L’esperienza di quest’ultimo dimostra che quella tipologia di centrale non ha alcuna influenza sulla morfodinamica fluviale. A tal proposito, si può ritenere che le sofferenze del ponte della provinciale 234 (la Codognese, ndr) siano dovute al transito delle piene dell’Adda, verso le quali lo sbarramento in progetto è pienamente trasparente e, pertanto, si esclude che tale tipologia di impianto possa indurre effetti sulle opere in alveo». La parola, ora, ai ministeri.
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