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SAN GIOVANNI IN CROCE

L’Aragona cresce in tutti i numeri

La Fondazione è una realtà di primo piano nell’assistenza geriatrica e riabilitativa

Davide Luigi Bazzani

Email:

davideluigibazzani@gmail.com

20 Maggio 2025 - 19:00

L’Aragona cresce in tutti i numeri

Il consiglio di gestione della Fondazione Aragona: Lucio Attolini, Luigia Marchini e Sandro Dasso

SAN GIOVANNI IN CROCE - Durante l’ultima seduta del consiglio comunale di Casteldidone, il rappresentante comunale all’interno del consiglio della Fondazione Giuseppe Aragona, Sandro Dasso, ha presentato una relazione dettagliata sull’attività e l’organizzazione dell’ente socio-sanitario di San Giovanni in Croce, di cui è presidente Luigia Marchini (Martignana di Po) e vicepresidente Lucio Attolini (San Giovanni) . I numeri parlano chiaro: la Fondazione è oggi una realtà di primo piano nel panorama dell’assistenza geriatrica e riabilitativa del territorio.


NUMERI E SERVIZI


Con circa 200 dipendenti e un bilancio patrimoniale di 13 milioni di euro, la Fondazione eroga una vasta gamma di servizi sanitari e socio-assistenziali. I posti letto disponibili sono circa 200, a cui si aggiungono 20 posti nel centro diurno. Solo nel laboratorio analisi si contano oltre 200.000 esami l’anno. Tra i servizi socio-assistenziali offerti figurano: RSA e RSA aperta, cure domiciliari, nucleo stati vegetativi, cure intermedie, riabilitazione ambulatoriale, centro diurno e servizio pasti a domicilio. Sul fronte sanitario, sono attivi numerosi ambulatori specialistici (cardiologia, urologia, ortopedia, oculistica, diabetologia, neurologia, geriatria, otorinolaringoiatria e altri), oltre a servizi diagnostici come radiologia, MOC, ecografia, laboratorio analisi e screening HCV. Una scelta importante riguarda il personale: pur essendo un ente privato, la Fondazione applica il CCNL della Sanità pubblica, una misura impegnativa sotto il profilo economico ma premiante in termini di qualità del lavoro.

LA STORIA

La Fondazione ha radici profonde: nasce ufficialmente come I.P.A.B. il 6 luglio 1890 e inizia la sua attività ospedaliera il 1° gennaio 1920. Negli anni evolve in istituto geriatrico e riabilitativo, fino ad assumere l’attuale forma di Fondazione ONLUS nel 2004. «È una realtà che ha saputo adattarsi e crescere nel tempo, rimanendo al servizio della comunità», ha sottolineato Dasso.

INVESTIMENTI E FORMAZIONE

Nel 2024 la Fondazione ha rafforzato le proprie collaborazioni territoriali, siglando convenzioni con la Fondazione Tosi Cipelletti di Rivarolo Mantovano, la RSA San Vincenzo di Piadena, e le associazioni sportive San Giovanni ASD e Tre Ponti ASD per percorsi diagnostici e riabilitativi anche a favore degli atleti. Sul piano tecnologico, è stato completato l’upgrade del software di refertazione ambulatoriale, attivato il modulo per le richieste mediche dematerializzate e installato il Laboratory Information System per l’ottimizzazione del ciclo produttivo degli esami. Tra i riconoscimenti ottenuti, spiccano l’autorizzazione come Ente Gestore Unico e l’accreditamento per il servizio di cure domiciliari (C-Dom), attivo dal 1° ottobre 2024, con un aumento del budget destinato anche alla copertura dei farmaci per le RSA. In ambito formativo, la Fondazione è entrata a far parte della rete dell’Università di Parma, ospitando tre specializzandi in geriatria. È continuata inoltre l’attività di tirocinio con scuole professionali per figure OSS e fisioterapisti.

UN PONTE CON LA COMUNITÀ

Grande attenzione è stata riservata al coinvolgimento del territorio e al sostegno alle famiglie. La Fondazione ha promosso esperienze intergenerazionali con scuole, gite per gli ospiti (come quella al Museo della Musica Meccanica di Torricella del Pizzo), e attività di ascolto dei bisogni familiari. “Si sta lavorando per costruire una vera rete di continuità socio-sanitaria, specie per i pazienti più fragili”, ha evidenziato Dasso. Anche la comunicazione è stata rinnovata: è stato attivato un nuovo sito aziendale e predisposte le nuove carte dei servizi per le cure domiciliari e per il laboratorio analisi. La relazione di Dasso ha evidenziato un ente dinamico, radicato nel territorio e capace di guardare al futuro con competenza, visione e attenzione alla persona. 

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