L'ANALISI
18 Luglio 2024 - 09:18
Hugues de Lannoy (con la moglie) discendente della famiglia del viceré di Napoli Charles de Lannoy
PIZZIGHETTONE - Alla ricerca di tracce del proprio antenato, fino alla riva dell’Adda. Nei giorni scorsi nella città murata è infatti arrivato Hugues de Lannoy, discendente della nota famiglia francese del viceré di Napoli Charles de Lannoy, al quale Francesco I di Valois si arrese dopo la sconfitta di Pavia nel 1525. Secondo i dettami del codice cavalleresco, de Lannoy, un ginocchio a terra, ricevette la spada che il re di Francia gli consegnò e lo dichiarò prigioniero in nome dell’imperatore Carlo V. Il signor de Lannoy, accompagnato dalla moglie, è arrivato a Pizzighettone ben sapendo che proprio qui, nella Torre del Guado che ancora oggi svetta vicino al fiume, è stato imprigionato Francesco I.
Non solo: l’antenato che ebbe un ruolo chiave nella storia è stato dipinto a inizio Novecento da Saverio Pollaroli, primo curatore del Museo civico pizzighettonese. Cultore di disegno e belle arti, oltre che pittore di soggetti storici, Pollaroli fu chiamato ad occuparsi del patrimonio culturale pizzighettonese e fu ad esempio lui a battersi, ad inizio ‘900, per evitare che la Torre del Guado finisse in mani private, ottenendo invece che venisse ceduta al Comune. Avendo appreso dell’esistenza del dipinto, de Lannoy ha voluto varcare la soglia dell’edificio di via Garibaldi per ammirarlo e per posare davanti ad esso per una fotografia. Naturalmente gli ospiti hanno anche fatto tappa proprio al Torrione, per vedere la stanza in cui il re francese fu tenuto prigioniero per quasi tre mesi.
Charles de Lannoy fu un militare e statista dei Paesi Bassi in servizio presso gli imperatori d’Asburgo Massimiliano I e Carlo V (di cui fu compagno di studi a Bruxelles e amico). Nel 1522 divenne appunto viceré di Napoli e già il giorno in cui prese possesso della carica, il 16 luglio, stabilì le nuove direttive per il governo del viceregno fissando due udienze settimanali, una con la nobiltà ed una con i rappresentanti del popolo, chiamando anche a raccolta coloro che avevano parteggiato per il sovrano aragonese Ferrante II. L’improvvisa partenza per la Guerra di Lombardia (lui stesso combatterà nella famosa battaglia di Pavia) fece sì che un sostituto fosse nominato in sua vece: Andrea Carafa, conte di Santa Severina, il quale diede al popolo la custodia delle porte della città. Dopo avere imprigionato Francesco I a Pizzighettone, fu sua l’iniziativa di condurre il re di Francia a Madrid, contro i desideri del Borbone e del Pescara.
Alla morte di Carafa il governo del viceregno passò nelle mani del consiglio collaterale retto da Giovanni Carafa, conte di Policastro. Il tentativo di invasione francese spinse il de Lannoy a rientrare a Napoli e il viceré si distinse per respingere gli attaccanti con la sua flotta prima di recarsi a Roma per trattare con Papa Clemente VII. Morì di peste a Gaeta (secondo alcuni autori ad Aversa) nel 1527 e fu sepolto a Napoli nella cappella di famiglia a Monteoliveto. Il casato de Lannoy (o di Lannoy) è una famiglia nobile belga e francese che prese il nome dalla città. I discendenti detengono il titolo imperiale di conte dal 1526 e il ramo belga conta oggi tra i suoi membri Stephanie de Lannoy, moglie dell’erede al trono del granducato di Lussemburgo.
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