CALCIO
24 Dicembre 2017 - 04:05
Signor direttore,
le mando quest'immagine, del nostro Duomo e Torrazzo, che ho immortalato, al tramonto, dall'argine di Po.
ale.mann81@gmail.com
(Cremona)
Orfanatrofio in Congo
Offerte molto generose, un "grazie" all'Eridano
Caro direttore,
chiedo un piccolo spazio al giornale per ringraziare l’associazione Eridano di Cremona e il presidente Sergio Menta, per aver finanziato un progetto di aiuto per l’orfanatrofio di Mbuji Mayi, in Congo.
I soldi che l’associazione ha inviato sono il doppio di quelli che erano necessari, per cui, dopo aver sistemato letti e materassi terremo il resto per l’aiuto scolastico del prossimo anno.
Paolo Carini
(Mbuji Mayi, Congo)
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Le arrabbiature di un cittadino
Ignorare le regole, è la regola in italia
Egregio direttore,
nel pomeriggio tardi dell’altro giorno ho vissuto mezz’ora di arrabbiature. La prima quando ho visto un ragazzino nordafricano, con le infradito senza calze (brrrr che freddo!), con in mano un sacco dell’immondizia nero mezzo pieno, che camminava nei vialetti di via Matteotti. Dopo due minuti sono ripassato ed ho visto il sacco sotto il cestino dell’immondizia. Dato che dovevo fermarmi in piazza, ho pensato di recarmi dai vigili per segnalare l’accaduto. Parcheggio correttamente negli stalli e quando scendo dalla macchina mi si avvicina un ragazzo di colore che chiede la ‘monetina’.
Gli domando da dove venga, mi risponde da Cremona, al che gli chiedo come mai venga a Piadena a fare la questua, rimane in silenzio ed allore gli chiedo dove sia alloggiato a Cremona. Risposta: Caritas. A questo punto gli rispondo seccatamente che già verso dei soldi per lui per dargli vitto ed alloggio e qualche soldo per cose sue personali, e quindi basta altri soldi. Mi reco da vigili, luce accesa, porta chiusa. Non busso, me ne vado, pazienza ho cercato di fare il mio dovere di cittadino, non ce l’ho fatta. Dopo una ventina di minuti, fatta la commissione, cerco di uscire dal parcheggio, ma in piazza Garibaldi ci sono ben due file di macchine parcheggiate nel centro dove non si potrebbe (pessima abitudine mai sanzionata). Sette/otto manovre per uscire e fattacela, mi reco a Canneto S/Oglio percorrendo la ex ss 343 Asola, notoriamente strada stretta.
Ad un certo punto la vettura davanti a me ha uno scarto improvviso sulla sinistra. Motivo? Una donna in bicicletta senza fari, vestita di scuro, pressoché invisibile. Guai a toccare questi ciclisti, vai nei guai subito. A questo punto mi chiedo, ma in che paese vivo? Ah già in Italia.
Renzo Aletti
(Piadena)
Auguri/1
La preghiera al Grande Spirito
Signor direttore,
Buon Natale e Buon Anno, Grande Spirito (il testo è tratto dal monumento a monumento a Yellow Lark, Allodola Gialla, capo Sioux, di Boston in Massachusetts).
«Oh Grande Spirito, la cui voce odo nel vento e il cui respiro dà forza a tutto il mondo, ascoltami! Io sono piccolo e fragile ed ho bisogno della tua forza e della tua saggezza. Lascia che io cammini nella bellezza, e fa che i miei occhi trattengano sempre il rosso porpora del tramonto. Fa che le mie mani rispettino sempre ciò che Tu hai creato, ed affina le mie orecchie cosicché possa udire ovunque la tua voce. Rendimi saggio in modo da potere comprendere le cose che tu hai detto alla mia gente. Lascia che io impari le lezioni che tu hai nascosto in ogni foglia, in ogni sasso.
Ho bisogno di essere forte, non per battere mio fratello, ma per sconfiggere il mio più grande nemico, me stesso. Fa che io sia sempre pronto a venire a te con le mani pulite e gli occhi limpidi, cosicché, quando la vita volge al termine come un tramonto che svanisce, il mio spirito possa tornare a Te, senza vergogna».
Gianfranco Mortoni
(Mantova)
Auguri/2
«Merry Christmas». Diciamolo in italiano
Direttore,
‘cool’! Potrebbe essere una parolaccia detta da alcuni. Ed allora che parlino come mangiano! Invece la maggior parte dei benpensanti lo usa correntemente. Quante sono nel glossario le parole inglesi italianizzate? Ho provato ad augurare a mia madre ‘Merry Christmas’. Sai cosa m’ha risposto? «Non mi chiamo Maria, e il babbo non si chiamava Cristoforo». Parole italianizzate che spessissimo usiamo in italiano, massacrati come siamo da quei termini che per tradurre i quali dobbiamo avere l’ausilio, a portata di mano, dell’indimenticabile vocabolario. Insomma oggi come oggi, se vuoi capire il mondo, devi necessariamente essere in grado di parlare, ascoltare e leggere l’inglese. Ma che tristezza ci hanno messo nel cuore. Sai che mi sovvengono termini quali bipartisan, che letto così mi da tanto l’idea di essere in villeggiatura nel Veneto (…artisan!). Oppure exit pool, che a naso potrebbe essere benissimo un pollo uscito fuori di testa. E meeting, cosa ti ricorda? A me mettilo in un quel posto. E spin doctor? Non sa di medico con le spine? E customer? Un poco un costume da bagno merlato. Robin tax? Quel taxi che accompagnava Robin Hood. Ma l’apice lo raggiungono termini come brand e trendy, due liquori dal gusto abboccato. Cool significa ‘figo’, non scordiamocelo! Buon Natale va là, quello nostrano però.
Giorgino Carnevali
(Cremona)
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