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CASALMAGGIORE - “Il nostro Paese ha bisogno di un governo. Ha senso scherzare con il fuoco? A Roma se lo possono permettere, perché tanto alla fine a bruciarsi sono i cittadini, le famiglie, le persone in difficoltà”. Il sindaco Claudio Silla, dal palco allestito in piazza Garibaldi, ha affrontato i temi più attuali nell’ambito della celebrazione del 25 aprile. “Questo giorno, i suoi significati, devono ispirarci nel presente”. Il presente di un “Paese che arranca”. Occorre, però “ripartire”. Il primo passo è stata la rielezione “di un presidente della Repubblica che ha svolto un settennato straordinario”. La necessità assoluta, ora, è ridare una guida al Paese: “Il 25 aprile serve per ricordare a noi stessi di quale passato l’Italia sia stata capace e anche di quale grandezza sia stata interprete. Speriamo che questa giornata apra qualche cervello a Roma. Abbiamo bisogno di un Governo che decida di lavorare per una prospettiva più aperta”.
La mattinata si è aperta con la celebrazione della messa nella chiesa di San Francesco. Poi il corteo, aperto dalla banda Estudiantina, sino al monumento all’Isola bella, con la posa della corona di alloro. Quindi tappa per una seconda corona in municipio, l’esecuzione di alcuni brani musicali e infine i discorsi, aperti dall’intervento di Giuseppe Rossi, presidente dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia di Casalmaggiore. Dopo una ricostruzione degli eventi storici, Rossi ha ricordato i martiri casalesi Favagrossa, Martelli, Formis e Avigni. “Se non ci fosse stata la Resistenza, oggi avremmo la Costituzione che abbiamo?”, si è chiesto Rossi.
La giovane Carlotta Sarzi, dopo aver sottolineato che il ricordo delle gesta eroiche di uomini “che hanno combattuto per la libertà deve essere indelebile soprattutto nelle nuove generazioni”, ha parlato dei sentimenti che attraversano i giovani in questo periodo: “Stiamo subendo influenze negative da parte della società, a partire da triste spettacolo che ci offre la politica che non dà che incertezze e insicurezze attraverso fenomeni di corruzione e di incapacità di uscire dalle vecchie logiche”. Con la crisi, l’assenza di prospettive lavorative si concretizza sempre più: “C’è una sfiducia generale che porta a un distacco dalla comunità”. Ma “serve una nuova forza, per ricominciare, innovare la società e non smettere mai di credere nel futuro”. Carlotta Ha poi letto una lettera di Giovanni Favagrossa alla fidanzata e una poesia del partigiano casalese Aurelio Magni intitolata ‘Dicono i morti’.
Approfondimento sull'edizione cartacea in edicola venerdì 26 aprile
Fotoservizio di Alessandro Osti
26 Aprile 2013
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