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Medea da Atene a Roma: evoluzioni di una vendicatrice

Incontro del ciclo "La voce dei poeti tragici dai tempi antichi alla modernità"

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01 Ottobre 2025 - 13:33

Medea da Atene a Roma: evoluzioni di una vendicatrice
2025-10-03 14:45:00 2025-10-03 16:00:00 UTC Medea da Atene a Roma: evoluzioni di una vendicatrice Via Ugolani Dati, 4, 26100 Cremona CR, Italia

Venerdì 3 ottobre in sala Puerari del Museo Civico, alle ore 16.45, prosegue il ciclo di incontri culturali organizzati dall’Associazione ex alunni del Liceo Manin e Associazione Italiana di Cultura Classica (AICC), delegazione di Cremona.

Il ciclo, coordinato da Renata Patria e intitolato La voce dei poeti tragici dai tempi antichi alla modernità, è gratuito e rivolto particolarmente ai docenti per il loro aggiornamento e agli studenti delle scuole superiori (agli uni e agli altri, alla conclusione, sarà attribuito un attestato di frequenza), e come sempre è aperto anche a tutte le persone interessate agli argomenti trattati.

Relatore sarà il professor Giuseppe Bocchi, dottore di ricerca in Filologia classica, insegnante nel Liceo scientifico di Montichiari e docente a contratto di Lingua latina e Filologia classica presso l’Università Cattolica di Brescia. Tema della sua relazione: Medea da Atene a Roma: evoluzioni di una vendicatrice.

La figura di Medea campeggia nella cultura classica soprattutto in ragione di come i poeti tragici hanno trattato questo mito. Euripide nel 431 a.C. mette in scena la straziante storia di una donna - Medea appunto - tradita in nome dell’interesse dinastico, oppressa dal pregiudizio e vittima paradossale della propria eccellenza intellettuale, fattori che nel loro deflagrare la conducono ad una decisione tremenda, l’autodistruzione affettiva, per riaffermare la propria dignità. Passando alla Roma neroniana, e per tramite delle opere del poeta Ovidio, Medea viene rappresentata da Seneca senza i caratteri di dolente razionalità del modello greco, configurandosi piuttosto come una folle omicida colpita da una sindrome che oggi definiremmo bipolare: vengono accentuati i caratteri ‘stregoneschi’ a lei attribuiti dalla tradizione, cosicché tutta l’azione scenica si configura di fatto come realizzazione di un rituale di magia nera che culminerà con l’infanticidio finale.

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