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Il poeta contro l'Italia corrotta

La casta? D'Annunzio l'aveva fustigata per primo

Gigi Romani

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17 Aprile 2013 - 19:02

La casta? D'Annunzio l'aveva fustigata per primo
Manuale del rivoluzionario
a cura di Emiliano Cannone 
Tre Editori
Pagine 230 € 17.00

«Veramente sembra che l'Italia non possa assistere allo spettacolo che dà la casta politica se non con le narici turate, come quei cavalieri dei suoi vecchi affreschi fermi davanti ai cadaveri nelle bare senza coperchio». Parole non di Grillo, ma di Gabriele d'Annunzio, pronunciate più di un secolo fa. E proseguiva, il Vate: «Questa parola, con uno scoppio formidabile, noi la grideremo su la piazza di Montecitorio e su la piazza del Quirinale: Basta! Cominciate a gridarla con tutti i vostri polmoni. Ma abbiate anche i pugni pronti. Basta!». Parole di lotta e di sfida, a dimostrazione di quanto poco sia mutato il Bel Paese, tratte dal libro pubblicato da Tre Editori e intitolato 'Manuale del Rivoluzionariò. Un'antologia dalle lettere, dai discorsi, dalle opere e dai proclami, curata da Emiliano Cannone che, come un vaso di Pandora, si apre sorprendendoci con gli inaspettati, e fin qui quasi sempre ignorati o sottovalutati, aspetti rivoluzionari di d'Annunzio, che Lenin aveva definito «l'unico rivoluzionario che c'è in Italia». Un lavoro di ricerca attento e appassionante, quello di Cannone che, nel 150 anniversario della nascita, ci consegna un Gabriele scintillante di nuovo, combattente ma anarchico, nazionalista ma per «un comunismo senza dittatura», che auspica una rivolta contro la «casta politica», contro le potenze egemoniche e i poteri forti. Il manuale è un vero e proprio Libretto Rosso del Poeta Armato che mette in gioco continuamente se stesso nel corpo e nello spirito, e che si va a sedere sui banchi della sinistra in parlamento e fustiga senza pietà l'Italia corrotta e imbelle. E dall'esperienza di Fiume, invita a insorgere contro l'ingiustizia e l'oppressione, per un Nuovo Ordine politico e sociale e una vera Europa dei popoli. Il libro è arricchito da un capitolo intitolato 'Hanno detto di lui' in cui personaggi celebri, da Lenin a Gramsci fino agli anarchici, interpretano lo spirito rivoluzionario dell'autore del Piacere. Gabriele D'Annunzio

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