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Cremona. Cinema e impegno civile

«Non so perché ti odio» del regista cremonese Soldi venerdì 5 alla libreria Feltrinelli

Betty Faustinelli

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05 Giugno 2015 - 13:53

«Non so perché ti odio» del regista cremonese Soldi venerdì 5 alla libreria Feltrinelli

Cremona - Libreria Feltrinelli (ore 18)

CREMONA — Omofobia, rispetto delle diversità sessuali, matrimoni gay, cultura di genere: temi scottanti questi che chiamano in causa la politica, l’etica, la religione, insomma la complicata e spesso tortuosa strada che porta a definire le relazioni umane, in base anche alle preferenze sessuali. Non so perché ti odio è il docufilm realizzato dal regista Filippo Soldi sul fenomeno dell’omofobia, o come recita il sottotitolo: tentata indagine sull’omofobia e i suoi motivi. Il docufilm che sarà proiettato venerdì 5 giugno alla Feltrinelli (ore 18), alla fine della proiezione il regista cremonese Filippo Soldi sarà intervistato da Beppe Arena.
Il film ha ottenuto è stato riconosciuto come film di interesse culturale con il contributo economico del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con il supporto di Roma Lazio Film Commission, Regione Lazio. Ha inoltre ottenuto il patrocinio dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali in quanto «attività di rilievo nell’ambito della prevenzione e del contrasto dei fenomeni di discriminazione». La genesi del film è ben raccontata da regista nelle note a Non so perché ti odio: «Ho cercato i fatti. Avvenimenti e azioni concrete, innegabili. Per metterne in luce i meccanismi —spiega il cineasta cremonese —. Ho cercato i racconti di aggressioni da parte di chi le ha subite. Ho raccolto queste testimonianze, sono andato negli stessi luoghi dove l’aggressione era avvenuta, lì ho posizionato la macchina e, nelle stesse ore de ll ’aggressione, ho fatto le riprese. Ho cercato i rappresentanti di quei movimenti che, ultimamente, sonoscesi incampo su questioni riguardanti ilmondo LGBT (il disegno di legge che punisce l’omofobia o le varie proposte di unioni civili). Scendere in campo, per me, è un’azione. E di questa azione ho chiesto i motivi. Così ho intervistato l’avvocato Gianfranco Amato, presidente di Giuristi per la Vita, l’associazione che ha inviato una lettera aperta ai parlamentari italiani perché respingessero il disegno di legge contro l’omofobia, ho intervistato Filippo Savarese, il portavoce di La Manif pour Tous e Pietro Invernizzi, il rappresentante delle Sentinelle in piedi ».
«Ho cercato persone che hanno compiuto omicidi legati all’orientamento sessuale (veroo presunto) della vittima.Horaccolto il racconto preciso di come erano andati i fatti dalle parole di chi ha compiuto il delitto. Per cercare di capire che cosa ha spinto all’azione — continua Filippo Soldi —. Ho cercato documenti come registrazioni di telefonate, interrogatori. Ma ho cercato anche il racconto di chi è stato vittima del bullismo a scuola. Nella scuola di oggi, come in quella di qualche anno fa: così se oggi Giordano racconta di essersi iscritto ad un corso di arti marziali per difendersi dalle aggressioni dei compagni (aggressioni che lo hanno mandato al pronto soccorso 22 volte in un anno), Dario racconta di quando, nella Sicilia di trenta anni fa, gli insegnanti assistevanoindifferenti agli insulti e alle prese in giro contro il presunto gay. E per mettere fine a quegli insulti incessanti, più volte Dario ha guardato il balcone e si è immaginato quel salto nel vuoto. Non lo ha fatto: ‘io sono forte’, dice oggi Dario».
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