CALCIO
30 settembre 1962
30 Settembre 2019 - 07:00
I mercati del vino cremonesi in una indagine storica di Agostino Cavalacabò
S. Imerio, per molti secoli è stato il Patrono della città e del contado cremonese: fino a quando per ordine del Papa si dovette ritenere Patrono di una località, un solo Santo e non parecchi come era in uso.
La statua di S. Imerio appare oggi nella Ioggetta del Duomo a fianco della Madonna. Il corpo di S. Imerio riposa invece nel primo altare a sinistradi chi guarda il maggiore Altare della Cripta. E' ancora come l'ha voluto Sicardo.
C'erano parecchie qualità di quello che veniva definito « ora potabile » : carri, trainati da buoi portavano sul mercato di Cremona; nel 1200 e 1300 le qualità maggiormente apprezzate dai nostri antenati erano: Decreto, Vernaccia, Malvasia,Ribelle o Ribolo, Moscatello, Pinella e vino della Marca. Tutte queste qualità di vini, unitamente ai vini nostrani, venivano vendute nella "corte del Vescovo"» cioè in prossimità del Palazzo Vescovile , che era l'antico palazzo signorile deIla città. E' inutile rilevare che su questo vino fin d'allora esistesse il relativo dazio. Il 21 luglio del 1301 la gabella del Comune di Cremona asunse direttamente il monopolio della vendita al minuto del vino nella città, nei sobbsrghi e nel distretto . In Cremona città furono istituite diciotto "paroffie" o taverne, dove facevano da bettolieri dei frati.
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