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28 novembre 1975
Identificate tre case che furono aggregate nel 1451 al corpo dell'ospedale - Altre scoperte effettuate dall'arch. Galetti
L’architetto Galetti, che sta da parecchio tempo lavorando al restauro di una parte dei locali dell’ex ospedale di S. Maria della Pietà, ha provveduto a mettere a nudo i muri di via Aselli. È stato tolto l’intonaco per effettuare alcuni rilievi di carattere architettonico e storico.
L’ospedale, sorto per la volontà della comunità cremonese nel 1451, ha vissuto numerose vicende che lo hanno radicalmente trasformato. I muratori hanno dovuto più volte rompere muri od innalzare tramezze, chiudere finestre od aprire delle porte. I vari rifacimenti ed adattamenti sono sempre avvenuti per le necessità dell’ospedale che aveva bisogno di allargarsi, di espandersi e di accogliere più malati. Spesso queste opere sono state realizzate in economia, vale a dire senza un programma organico e senza una visione generale sul rispetto delle parti architettoniche antiche.
La donazione dell’imperatore d’Austria, verso la fine del ‘700, del soppresso convento di S. Francesco con l’annessa chiesa ha ingigantito ancora di più questi lavori di trasformazione e di adattamento, sicchè difficilmente oggi la pianta del vecchio ospedale potrebbe essere raffrontata con quella del Campi che è, fra l’altro, la pianta più antica che si possieda.
Da qui, dunque, l’importanza che l’architetto Galetti e l’ufficio tecnico del Comune hanno annesso al restauro dell’ala di S. Maria della Pietà (che è l’originaria) dal momento che tre anni fa il Comune ne venne in proprietà per acquisto.
Si impose, sin da allora, di procedere ad una serie di assaggi e di sondaggi sui muri che diedero frutti veramente eccezionali, tali da stupire lo stesso sovrintendente ai monumenti Costanza Fattori di Verona.
Lo scrostamento dell’intonaco, all’interno delle tre sale ha consentito ai tecnici di compilare una specie di mappa dei muri che, ora, sta avvenendo anche all’esterno. Da qui la messa in nudo dei muri di via Aselli.
È così che l’architetto Galetti, con matematica precisione, è in grado di affermare che sono stati trovati larghissimi tratti di muli gotici e la conferma è avvenuta, in questi giorni, anche sulla fronte della strada. Togliendo la malta e l'intonato cinquecentesco o seicentesco, sono usciti rosoni e finestre gotiche, con archi di vario tipo. È stato soprattutto possibile identificare i tre corpi di fabbrica che nel 1451, al momento della aggregazione di numerosi altri ospedali (compreso quello di S. Spirito o del Beato Facio), vennero acquistati per allargare l'antico corpo ospedaliero. In altre parole S. Maria della Pietà è un immobile nato dalla preesistenza dell’antichissimo ospedale o ricovero di S. Spirito, detto del Beato Facio e dalla fusione di tre diverse case. Le case sono state evidenziate non soltanto dalle strutture murarie interne, ma anche dalla struttura esterna.
Portando le pareti al vivo, l'architetto Galetti ha avuto la conferma che all'interno e all'esterno i corpi di fabbrica corrispondono perfettamente e vanno attribuiti ad edifici aggregati nel 1451. Tutte le parti gotiche, dunque, (che si distinguono nettamente da quelle cinquecentesche anche per la forma dei mattoni, per l'uso della calce e per le caratteristiche costruttive) aprono un nuovo capitolo sulla storia dell’ospedale cremonese.
Le pareti poste in luce in via Aselli hanno anche consentito di identificare l'antica strada, poi otturata, che congiungeva via Aselli (che a quel tempo non portava nome) con la parte interna di S. Maria della Pietà. Sono infatti state trovate le otturazioni fatte e l’architrave.
26 Novembre 2020
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