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9 settembre 1970

Il dramma nel deserto

184 «ostaggi» attendono di conoscere la loro sorte

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

09 Settembre 2020 - 07:00

Il dramma nel deserto

Congetture,  reazioni, proteste, segrete e delicate trattative hanno caratterizzato la giornata di oggi ma nessuna notizia sicura si è avuta sulla sorte dei passeggeri e dell'equipaggio del due aerei «assediati» (il «DC» della Swissair e il «Boeing 707» della TWA) nel vecchio aeroporto militare, sperduto nel deserto, ad alcune decine di chilometri da Amman. È stato confermato che un centinaio tra donne, vecchi e bambini sono stati, con qualche uomo, portati nella capitale giordana ed ospitati in albergo. Questa sera, dicono le ultime notizie, dovrebbero giungere a Beirut 48 passeggeri liberati dai palestinesi ad Amman.

Altra notizia, che pare certa, è questa: domani il Governo britannico libererebbe Leila Khaled. Gli agenti di Scotland Yard scorterebbero la giovane palestinese fino ad un aereo che probabilmente partirebbe per Amsterdam.

Da New York inoltre si è appreso che dopo le febbrili consultazioni del «week-end» per concordare un'iniziativa mirante al rilascio degli ostaggi in mano ai guerriglieri palestinesi, anche gli Stati Uniti hanno preferito, come la maggior parte degli altri Governi interessati alla drammatica vicenda, affidarsi ai canali della Croce Rossa Internazionale. Lo ha comunicato  il portavoce del Dipartimento di Stato, McCloskey. «Il Governo americano — egli ha detto — ha incaricato la "CRI" di fungere da canale di comunicazione con i dirottatori che, crediamo, hanno nelle loro mani la vita di 184 persone a bordo dei due aerei della "TWA" e della "Swissair" immobilizzati su una vecchia pista militare abbandonata nel deserto giordano. Annunci analoghi sono stati fatti oggi dal Governi di Londra, di Bonn e di Berna, mentre Israele, a quanto pare, intende trattare con la Croce Rossa per conto proprio».

I guerriglieri tengono come ostaggio anche donne e bambini di nazionalità israeliana. Su ambedue gli aerei sono stati sistemati esplosivi.

I guerriglieri non hanno maltrattato i passeggeri e in certe circostanze si sono rivelati gentili. Ma il disagio dei passeggeri, costretti a passare tante ore negli apparecchi in mezzo al deserto, mentre le scorte stanno diminuendo, è stato grave.

Particolare commozione ha suscitato il richiamo improvviso delle donne e dei bambini ebrei del «Boeing 707», che già erano scesi e si accingevano a partire.

A Ginevra il Consiglio federale svizzero ha ribadito, stamane, di essere disposto a scarcerare i tre terroristi palestinesi detenuti a Zurigo ma soltanto dopo la liberazione di tutti i passeggeri e degli equipaggi che si trovano in Giordania.

Il capo del dipartimento politico federale ha analizzato, con i suoi collaboratori, la situazione: risulta che una valutazione globale non è ancora possibile in mancanza di una presa di posizione dei governi degli Stati Uniti, della Gran Bretagna e della Germania Federale.

La Svizzera, come noto, si sforza di creare una posizione comune (di fronte alle esigenze dei palestinesi) fra tutti gli Stati direttamente interessati ai recenti avvenimenti.

Come è noto il «fronte» palestinese chiede, in particolare, (secondo le informazioni a disposizione del CICR) la liberazione dei «Fedayin» detenuti in Svizzera (tre), in Germania Federale (tre) e in Gran Bretagna (uno), in cambio dei passeggeri, degli equipaggi e degli aerei «Swissair» e «TWA» dirottati domenica.

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