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IL PUNTO

Non accettiamo la tirannia degli imperatori degli stupidi

Quando l'umanità e il rispetto sono minacciati dall'inciviltà: la battaglia contro il body shaming e i leoni da tastiera

Paolo Gualandris

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pgualandris@laprovinciacr.it

25 Agosto 2024 - 05:30

Non accettiamo la tirannia degli imperatori degli stupidi

Ci sono azioni che non vorresti mai compiere, ma che la stupidità altrui ti costringe ad eseguire, seppure a malincuore. Per un organo di informazione, sbarrare le porte ai commenti dei lettori è una di quelle decisioni che si prendono con grande dolore e solo perché senza alternativa. Consapevoli che, così facendo, si privano le persone per bene del diritto di dire la loro, di manifestare opinioni, di contribuire alla riflessione pubblica, di porsi — e di porre agli altri — domande le cui risposte possono essere spunti di crescita individuale e collettiva. In poche parole: un reale strumento di democrazia facendo rete con la comunità.

In coda alle notizie pubblicate sul sito www.laprovinciacr.it commenti purtroppo fuori posto sono all’ordine del giorno. In quei casi ci limitiamo a bannare i maleducati. Cioè ad escludere dall’accesso a una chat, o a un forum, quegli utenti che hanno ripetutamente violato le regole della netiquette. Quest’ultimo è un brutto, ma efficace, termine macedonia che unisce il vocabolo inglese network e quello francese etiquette.

In sostanza, si tratta delle regole di esercizio della rete. In alcuni casi si è raggiunto il limite e siamo stati costretti a interrompere totalmente il flusso dei commenti per tutti, a danno dei bene educati che vogliono dire la loro senza offendere nessuno. È accaduto anche a proposito della notizia relativa al 28enne cremasco entrato nel novero dei novanta prefinalisti della nuova edizione del concorso di bellezza ‘Mister Italia’, versione maschile di ‘Miss Italia’. Ovviamente abbiamo pubblicato anche la foto. Apriti cielo: è stata una bordata di commenti salaci sul suo aspetto fisico, insulti e volgarità. Certo, non è mancato chi ha criticato i rozzi leoni da tastiera, ma il saldo è stato negativo a favore dei cafoni.

È il cosiddetto body shaming, inaccettabile tendenza a giudicare le forme del corpo delle persone, per lo più con termini ingiuriosi. Al video ci sono i leoni da tastiera, disgustosi utenti del web e dei social, spesso coperti da anonimi nickname, che esprimono i propri pensieri e accuse utilizzando la rete. E si atteggiano in modo aggressivo, spesso insultando, offendendo, screditando o minacciando altri utenti. Ma non farebbero lo stesso di persona nelle relazioni umane: troppo codardi. Un vezzo non solo di certi utenti nostri, dei quali peraltro faremmo volentieri a meno.

Il problema è generale, mondiale. Lo dimostra, tra molti, il recente caso dell’olimpionica Elisa Molinarolo, sesta nella specialità del salto con l’asta alle Olimpiadi di Parigi. Nonostante il grande risultato sportivo appena ottenuto, è stata vittima di body shaming per le sue forme fisiche prosperose. Non si è limitata a rispondere per le rime a chi l’ha insultata, ma è andata al contrattacco.

Come riportano le agenzie di stampa, ha scritto: «Non importa se sei alta, bassa, magra, formosa. Quel che è certo è che non andrai mai bene al leone da tastiera di turno». E ha assicurato: «Se c’è una possibilità di denunciare, lo farò e spiegherò a tutte come fare, in modo che ai leoni da tastiera passi la voglia di aggredire verbalmente. Ho visto tante compagne con disturbi alimentari scatenati o aggravati dalle critiche altrui. Ho iniziato il mio percorso sportivo nella ginnastica: potrei scoperchiare un vaso di Pandora. Io ci ho fatto il callo, sono diventata grande e sono consapevole del percorso che sto facendo con la mia nutrizionista. Ma se invece di esserci io ci fosse stata una persona fragile, in un momento di difficoltà, che litiga con lo specchio, quale sarebbe stato il risultato?».

Poche, ma determinate parole, capaci di far ben comprendere quanto male possano fare i cafoni della rete. Molinarolo, veronese di Soave, per dirla con le parole di Luca Zaia, governatore del Veneto, ha dato «una lezione esemplare sul modo corretto di reagire e ha mandato un messaggio forte alle ragazze e ragazzi meno forti di lei... assegnando un meritatissimo scettro di imperatore degli stupidi all’estensore del commento offensivo».

Un atteggiamento da sottoscrivere e rilanciare. Insulti e minacce via Internet possono avere conseguenze legali: lo tengano ben presente i ‘guerrieri della rete’. I due casi citati sono l’occasione per ricordare sommariamente le regole della netiquette che guidano il nostro giornale, come tanti altri, nella gestione di situazioni di questo tipo, il cui rispetto è il confine tra la libertà di esprimere il proprio pensiero e la certezza di venire ‘cancellati’ dalle nostre discussioni per manifesto bullismo digitale.

C’è un corpus di regole ufficiali, undici per la precisione, riguardanti la netiquette, risalente al 1995, della Internet Engineering Task Force, organismo internazionale che si dedica all’evoluzione tecnica e tecnologica di Internet. Eccole: «Non violare il copyright dei contenuti fruibili in rete; se si condivide una risorsa, è consigliabile esplicitare sempre la fonte da cui si è preso il materiale; richiedere il permesso di condividere foto o materiale in cui sono presenti anche altre persone; evitare di scrivere utilizzando solo le maiuscole perché può essere percepita come una comunicazione aggressiva; non utilizzare parolacce, bestemmie o qualsiasi tipo di termine offensivo; non discriminare né giudicare in modo offensivo altre persone; dimostrarsi aperti al dialogo e leggere accuratamente prima di commentare o fare domande di cui si può apprendere la risposta previa una lettura accurata; evitare qualsiasi forma di bullismo digitale; evitare di condividere spam; essere concisi e andare al punto; utilizzare il buon senso perché su Internet si comunica con altre persone, quindi bisogna dimostrarsi sempre educati».

La rete non è zona neutra: per accedervi avendo ascolto, è necessario adeguarsi a queste, tutto sommato poche, regole di civiltà e rispetto. Altrimenti, e qui viene da citare Platone (VIII libro de ‘La Repubblica’): «in questo clima di libertà e nel nome della medesima, non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una mala pianta: la tirannia». Nel nostro caso, la tirannia degli «imperatori degli stupidi».

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Commenti all'articolo

  • lanzimb

    25 Agosto 2024 - 09:48

    I social sono la rovina dell'umanità. Si usano solamente per insultare, ormai.

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