L'ANALISI
PENSIERI LIBERI/1
12 Marzo 2024 - 05:10
Mentre la guerra devasta a est e a sud, in conflitti sempre più biechi, il parlamento d’Oltralpe ha pensato bene di approvare una modifica all’articolo 34 della Costituzione, garantendo il diritto all’aborto. Di questi tempi, un atto dovuto al progresso sociale. Riunito per l’occasione alla reggia di Versailles, il Congresso si è espresso a maggioranza bulgara (più che francese). In pompa magna, la carta fondamentale della République proclama ora che uccidere i nascituri non solo è lecito, ma garantito dallo Stato.
Che bisogno c’era? Io ritengo che si tratti di un’esibizione culturale, più che di un calcolo politico. Di certo non è un’esigenza umanitaria. Perché in questo modo, rincarando la dose di una normativa già vigente, adesso la stessa legge primaria della società francese assicura il libero ricorso alla soppressione di figli innocenti.
Visto che baldoria a Parigi? Su una sfavillante tour Eiffel capeggiava la scritta ‘aborto legale’, mentre la folla gioiva, sbandierava e ballava a ritmo di musica. Ma mi chiedo e chiedo: che colpa hanno coloro la cui morte si festeggia? Affido al nostro giornale un grande dolore: erano i giovani a danzare. Ragazze e ragazzi non abortiti dalle loro madri. Borghesi europei, con tanto di smartphone per il selfie del caso, non figli di popoli sfruttati o in miseria.
Erano donne che possono autodeterminarsi, sicché le loro figlie non lo potranno mai fare. Saranno terminate, voilà.
Erano uomini che se ne lavano le mani, con i sangue altrui. Accogliendo la laicissima vittoria di civiltà, quegli applausi scroscianti hanno compiuto ben più di un gesto osceno. Hanno smentito la libertà delle generazioni future, che ne saranno falcidiate. Hanno negato l’uguaglianza tra la donna che è nata e quella che non nascerà più. Hanno contraddetto la fraternità tra chi può esistere e chi no. Sancire l’aborto come diritto costituzionalmente garantito è un’assurdità logica e un crimine etico di tale empietà, che (forse) potrebbe toccare il cuore di chi si ostina a negare l’umanità della vita nascente.
La nostra vita, la nostra umanità di figli e fratelli. Fino ad allora, sull’occidente tramonta il sole della ragione come quello della natura. La gazzarra francese per il lieto evento non offende anzitutto la volontà di Dio, ma la dignità dell’uomo: è ai suoi figli rifiutati e uccisi che la Francia dovrà rendere conto.
È dal tribunale della loro innocenza che sarà giudicata. Invece di generare persone vere, a Parigi s’allevano falsi diritti. Che ne sarà della coscienza del medico, sicario di Stato? E quanto liberamente si potrà parlare contro una legge disumana?
Mentre proclama il diritto di dare la morte a chi neppure si vuole che nasca, la grandeur primeggia in tutto il mondo: un’avanguardia di radioso futuro. Davanti a tanta boria, la speranza ha il volto straziato e le vesti lacere, ma alza la fiaccola della libertà. Implora la pace in una guerra brutale, che condanna la donna alla contraddizione più atroce e sofferta.
Invece di far di tutto per onorarla e assisterla, ne trasforma il ventre in una bara rapidamente smaltita.
Di qua dalle Alpi, prodighiamoci a maggior ragione: non deturpiamo il bellissimo nome della vita e della libertà. In caso contrario, ça va sans dire, il diritto d’uccidere aumenta le sue pretese.
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