L'ANALISI
03 Agosto 2025 - 16:37
Cibo distribuito a Gaza City. Nei riquadri, il sindaco Federico Oneta e l'ex primo cittadino ed ex capogruppo di minoranza Giovanni Silva
ROMANENGO - La minoranza presenta una mozione su Gaza, il sindaco Federico Oneta non permette la discussione del documento e scoppia la polemica politica. A sollevarla è l’ex sindaco e ex capogruppo di minoranza Giovanni Silva, dimessosi dal consiglio comunale a fine aprile. «Ho assistito al consiglio comunale, in quanto si sarebbe dovuto discutere l’ordine del giorno presentato dalla minoranza Insieme per Romanengo in merito alla situazione di Gaza per sollecitare il Governo italiano al riconoscimento dello Stato palestinese, come molti Comuni piccoli e grandi hanno già fatto. Con mia grande sorpresa, il sindaco ha subito dichiarato che non avrebbe permesso la discussione del documento, definendola ‘inutile per far cessare le atrocità in Palestina’».
A supportare la decisione del sindaco è stato il nuovo segretario comunale. «Con argomentazioni tecnico-burocratiche – prosegue Silva — ha dichiarato che l'ordine del giorno non sarebbe potuto essere comunque approvato perché lui avrebbe dato parere contrario in base ad alcuni articoli di legge. A nulla sono valse le controdeduzioni della capogruppo di minoranza Valentina Gritti, che puntualmente ha citato gli articoli del regolamento del consiglio comunale e non solo, che legittimavano la presentazione di tali ordini del giorno».
La vicenda ha indispettito l’ex sindaco: «Ciò che mi dà fastidio e nello stesso tempo preoccupa è l’appiattimento del segretario comunale sulle posizioni del sindaco utilizzando anche argomentazioni politiche. È un segretario comunale o un nuovo membro della maggioranza? Spero che il prefetto valuti il comportamento del segretario, che dovrebbe agire in maniera super partes. Se serve, c’è a disposizione la registrazione della seduta».
L’attacco di Silva riguarda comunque anche Oneta: «Mi amareggia il comportamento di un sindaco e di una maggioranza che, nascondendosi dietro discutibili argomentazioni burocratiche, hanno rifiutato un confronto relativo a un ordine del giorno presentato senza nessun riferimento politico, evidenziando invece i soli aspetti umanitari, nella speranza di trovare un’unanimità nel consiglio comunale. Il rammarico più grande è non aver dato alla nostra comunità un messaggio forte, importante, significativo e rassicurante: su queste tematiche i cittadini sono coesi. Sono certo che la stragrande maggioranza dei romanenghesi è concorde nel voler mostrare solidarietà al popolo palestinese».
Infine, sulla dichiarazione di Oneta che l’ordine del giorno sarebbe stato inutile per far cessare le atrocità in Palestina, Silva controbatte: «Mi rendo perfettamente conto che non sarà la decisione del consiglio comunale di Romanengo a modificare gli equilibri mondiali, ma l’espressione di un piccolo Comune associata a molti altri, potrebbe indurre Giorgia Meloni, madre e cattolica, a prendere provvedimenti contro il governo Netanyahu, come tanti altri Paesi democratici hanno già fatto».
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