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CREMONA. RESTAURO A SAN SIGISMONDO

L’Adorazione è salva, rivive il Sabbioneta

L’intervento sulla tavola finanziato dal Rotary Club Cremona Po su indicazione di don Gaiardi

Nicola Arrigoni

Email:

narrigoni@laprovinciacr.it

04 Luglio 2025 - 04:30

L’Adorazione è salva, rivive il Sabbioneta

CREMONA - «La memoria di un territorio vive attraverso le azioni di chi lo abita, ma anche attraverso la bellezza delle opere che ospita. Come Rotary Club Cremona Po abbiamo voluto dare il nostro contributo alla bellezza del nostro territorio contribuendo al restauro, curato da Chiara Migozzi, dell’Adorazione del Bambino con i Santi Giovanni Battista e Girolamo, e coro d’angeli con i simboli della Passione di Francesco Pesenti detto il Sabbioneta, tavola conservata nella chiesa di San Sigismondo, sull’altare della sagrestia vecchia, locale utilizzato per le celebrazioni delle monache del monastero in inverno. La richiesta dell’intervento di restauro sull’opera ci è arrivata direttamente dalla comunità monastica e, come club, ci siamo mossi per realizzare questo service nel segno della bellezza e della tutela del nostro patrimonio artistico».

Lo sottolinea Roberto Frosi, presidente del Rotary Club Cremona Po. L’esito dell’intervento è stato presentato nei giorni scorsi presso la chiesa di San Sigismondo, alla presenza di don Gianluca Gaiardi, responsabile dei beni artistico-culturali della Diocesi, insieme alle autorità rotariane, alla restauratrice Chiara Migozzi e alla storica dell’arte Raffaella Poltronieri che sta curando una monografia dedicata all’opera del Sabbioneta.

L’Adorazione del Bambino con i Santi Giovanni Battista e Girolamo, e coro d’angeli con i simboli della Passione di Francesco Pesenti detto il Sabbioneta è un olio su tavola, di 66,5 per 125,5 centimetri, con cornice lignea intagliata dorata e policroma; firmata e datata 1545. «La pala d’altare rappresenta l’Adorazione del Bambino con la Vergine, San Giovanni Battista, San Girolamo, un angelo che posa la corona di spine sul capo di Gesù, e nel cielo degli angeli che portano gli strumenti della Passione – spiega Poltronieri -. La cornice lignea è riccamente decorata a foglia d’oro ed elementi decorativi zoomorfi e fitomorfi; vi si trova inoltre la figura di San Sigismondo sulla predella e diverse scritte che rivelano le date d’esecuzione della cornice stessa e le iniziali dell’autore dell’opera. Il dipinto fu commissionato dai Padri di San Sigismondo il 3 settembre del 1545 a Francesco Pesenti, detto il Sabbioneta per l’origine dalla propria famiglia, trasferitasi a Cremona a inizio Cinquecento».

«La tavola, dipinta ad olio, è stata eseguita da Francesco Pesenti, detto il Sabbioneta, nel 1545, come rivela la firma apposta su di un cartiglio apposto sul giaciglio del Bambino – spiega la studiosa -. La Vergine, al centro della composizione, osserva il Figlio con le mani giunte, così come San Girolamo, che osserva la dolcissima scena del Bambino che afferra la mano di San Giovanni Battista, curiosamente rappresentato già adulto anziché coetaneo di Gesù». Fra le curiosità, osserva Poltronieri, c’è senza dubbio la particolare «presenza di un angelo che sta posando la corona di spine sul capo del Bambino, anticipando così il sacrificio che compirà per l’umanità. Tale tematica viene esplicitata anche nel registro superiore con la presenza degli angeli che portano in cielo gli altri simboli della Passione: la colonna, la lancia, i chiodi e la Croce, mentre un angioletto mostra un cartiglio con la scritta Gloria in altissimus Deo», osserva.

E in merito alla necessità di un intervento di restauro è ancora Poltronieri in sintonia con la restauratrice Migozzi a osservare: «La tavola versava da tempo in cattivo stato di conservazione a causa degli sbalzi termici a cui è sottoposta la sagrestia, che hanno quindi favorito il naturale movimento del supporto ligneo e di conseguenza numerosi sollevamenti della pellicola pittorica e degli strati preparatori sottostanti. Anche la cornice ha subito alcuni sollevamenti della foglia d’oro che la ricopre, oltre ad essere stata intaccata da insetti xilofagi. Un intervento di restauro si è reso indispensabile per salvare il dipinto: è stata dunque provvidenziale la volontà del Rotary Club Cremona Po di dedicare un progetto al restauro di un’opera d’arte, e fondamentale è stata l’indicazione di don Gaiardi, direttore dei beni culturali della diocesi di Cremona, che ha indirizzato l’attenzione del Club proprio verso questo gioiello del Sabbioneta». Il recupero della pala costituisce la prima parte del progetto, che comprende anche due anni di monitoraggio e manutenzione della tavola al fine di salvaguardarne lo stato di conservazione, e una ricerca storico-artistica sia sul dipinto che sul suo autore, che sfocerà, entro il 2025, in una pubblicazione curata da Poltronieri, storica dell’arte cremonese e socia del Rotary Soresina.

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