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IL PUNTO DEL DIRETTORE
Mossa e contromossa. Ad aprire le ostilità di Ferragosto è Matteo Renzi. Da ex presidente del Consiglio so quali pericoli corre il Paese, avverte minaccioso: l’economia rischia la recessione e, in caso di nuovo elezioni, l’aumento dell’Iva metterebbe ulteriormente in ginocchio cittadini e imprese. Da qui la proposta di costruire «un governo dei responsabili» con una doppia apertura agli ex nemici del M5S: sono disposto a dimenticare le offese ricevute e naturalmente dico sì al taglio dei parlamentari cui tanto tenete, annuncia Renzi. 1-0, palla al centro. Il senatore Pd torna protagonista assoluto e sembra mettere all’angolo Matteo Salvini proprio mentre in Senato infuria la battaglia su tempi e modalità di gestione della crisi: voto subito, invoca il leader della Lega con il pieno sostegno di Fdi e Forza Italia; audizione di Giuseppe Conte il 20 di agosto chiedono gli altri, così da guadagnare qualche giorno (e nel frattempo costruire una maggioranza alternativa). In un clima da corrida i senatori scelgono la seconda via. Ma Salvini nel frattempo sfodera la contromossa a sorpresa: cari cinquestelle, dice, volete il taglio dei parlamentari? Ci sto! Facciamolo subito. Un minuto dopo, però, sciogliamo le Camere e torniamo alle urne. Proposta ambigua come il cavallo di Troia: vuota nella forma (per diventare effettivo il taglio dei parlamentari dovrebbe essere approvato attraverso un referendum popolare; al «voto subito» si andrebbe quindi con le regole vecchie, tanto che il presidente Mattarella si è già detto contrario), ma insidiosa sul piano politico, perché mette alle strette il M5S: se vi concedo ciò che volete, perché dovreste allearvi con il Pd?, chiede in sostanza Salvini agli ex alleati. 1-1, tutto da rifare. Nessuno ha vinto. Nessuno ha perso. O forse sì, qualcuno sì. L’Italia...
Marco Bencivenga
14 Agosto 2019
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