L'ANALISI
28 Marzo 2025 - 16:19
Sabato 5 aprile, alle ore 21, nella chiesa cittadina di Sant’Agata a Cremona, il Coro Polifonico Cremonese, diretto dal maestro Federico Mantovani, sarà protagonista del tradizionale concerto per il tempo pasquale, quest’anno anticipato al tempo quaresimale per il particolare programma musicale.
Sarà infatti la Via Crucis di Franz Liszt l’opera centrale del concerto, interpretata dal Polifonico insieme al baritono Davide Rocca e all’organista Marco Granata.
Composta tra il 1878 e il 1879 tra Roma e Budapest, 14 anni dopo che il compositore ungherese aveva preso gli ordini minori, la partitura di Liszt si presenta come un polittico di formidabile intensità drammatica, rivestito di audaci combinazioni armoniche e caratterizzato da una generale eterogeneità stilistica.
Liszt avvolge con una scrittura di scabra semplicità ieratica le 14 stazioni, improntandole a una sorta di Oratorio in formato ridotto a carattere narrativo, con il sostegno di un montaggio “rappresentativo” di alcuni brani estrapolati da testi poetici della letteratura latina medievale e da passi evangelici interpolati da corali protestanti. Le parti corali spaziano così dall’intonazione gregoriana dell’inno Vexilla regis alla cristallina trama polifonica di palestriniana memoria dell’O crux d’apertura, dai versetti armonizzati del popolare Stabat mater (affidati alle voci femminili) ai solenni corali in stile bachiano (con citazioni della Passione secondo San Matteo) ai lancinanti acuti delle voci virili a segnare le tre cadute di Cristo sotto il peso della croce.
Fondamentale l’apporto espressivo dell’organo, chiamato a ricoprire un ruolo ora di accompagnamento quasi orchestrale (nelle potenti perorazioni accordali che percorrono da cima a fondo una partitura densa di molteplici rimandi), ora di sfumata evocazione poetica, soprattutto negli interludi strumentali, commenti in musica al dramma del Cristo crocifisso.
Le stazioni della Via crucis saranno scandite dalla lettura, affidata all’attore Alberto Branca, di testi di don Primo Mazzolari, che con voce profetica e di appassionato fervore religioso e umano commentano i passaggi della Passione.
La seconda parte del concerto prevede l’esecuzione di brani di Bach, Franck (Dextera Domini), Duruflé (Ubi caritas), Fauré (Libera me, Domine) e dello stesso Liszt, che con il mottetto Qui seminant in lacrimis, dal salmo 125, concluderà il programma del concerto: dalle lacrime del dolore alla gioia del premio eterno.
A rendere particolare il concerto sarà la proiezione, nel corso delle sue varie parti, di immagini sacre scelte dal direttore del Museo diocesano, don Gianluca Gaiardi, che riproducono opere pittoriche o di prezioso artigianato religioso della Cattedrale, dello stesso Museo diocesano e della chiesa di Sant’Agata.
Un appuntamento di grande musica che quindi si segnala, ancora una volta, come un attento percorso di arte e di fede, facendone un evento di assoluta forza evocativa.
Programma:
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Quia fecit mihi magna (dal Magnificat)
César Franck (1822-1890)
Dextera Domini
Maurice Duruflé (1902-1986)
Ubi caritas
Gabriel Fauré (1845-1924)
Libera me (dal Requiem)
Franz Liszt
Qui seminant in lacrimis
Franz Liszt (1811-1886)
Via Crucis
La meditazione sul cammino della croce, chiamata Via Crucis, a cui i papi hanno attribuito numerose indulgenze per le anime dei morti, è diffusa in tutti i paesi; in alcuni è divenuta molto popolare. Sulle mura di certe chiese o all’esterno di esse incontriamo dei dipinti che rappresentano le stazioni della Passione o soggetti simili.
I credenti, davanti a tutti i dipinti, soli o in piccoli gruppi, recitano le preghiere appropriate suddividendosi i testi. Il curato stabilisce questa pratica di meditazione a un’ora precisa di un giorno preciso, ed è lui a dirigere i fedeli. In questo caso, non è necessario l’organo, ed è lo stesso quando le stazioni della Passione si trovano all'aperto, come per esempio alla chiesa di San Pietro a Montorio a Roma.
Comprendiamo facilmente perché è al Colosseo di Roma che questa preghiera del Venerdì santo ci colpisce di più: è il luogo che ha visto scorrere il sangue dei martiri. Forse un giorno le pitture imperfette di queste chiese saranno sostituite dal quel cammino della croce impressionante, le cui statue sono state create da Galli, e sarà possibile acquistare un grande harmonium portatile per accompagnare il canto. Io sarei felice se un giorno potessi ascoltare questi suoni, là al Colosseo; anche se non sarebbero che la debole eco dei sentimenti che mi invasero quando, inginocchiato durante il pio cammino, ho ripetuto più volte queste parole: “O Crux Ave! Spes unica!”
Franz Liszt
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